Su proposta del partito Levica, Sinistra si è svolto alla Camera il dibattito sull'istituzione di un referendum consultivo sul disegno di legge sui finanziamenti dell'esercito sloveno nel quinquennio 2021-2026. Il DDL prevede fondi aggiuntivi alle forze armate per 780 milioni di euro. Alla Camera è andato di scena un acceso scontro politico tra i partiti di centro destra guidati dal premier Janez Janša e l’opposizione, questa ritiene inaccettabile lo stanziamento di tanti milioni in piena crisi economica e sanitaria causata dall’epidemia di coronavirus. Dovrebbero essere gli elettori a decidere, sostiene la Sinistra. Come ha spiegato il coordinatore del partito Sinistra, Luka Mesec, i 780 milioni di euro potrebbero essere spesi per l’assistenza di lunga durata degli anziani, l’ammodernamento della rete ferroviaria oppure per risolvere la problematica degli alloggi popolari. Negare la possibilità di ricorrere al referendum rappresenta un serio pericolo per la democrazia slovena ha detto Mesec. Uroš Lampret sottosegretario al Ministero della Difesa ha invece detto che la richiesta referendaria è in contrasto con gli obblighi internazionali del paese e in contrasto con i documenti strategici approvati in tema di sicurezza e difesa. Il Comitato difesa della camera ha in precedenza già respinto la possibilità di indire un referendum consultivo. L’esecutivo sostiene la necessità di approvare la legge sul finanziamento dell’esercito per istituire un sistema di difesa efficiente e in grado di gestire le situazioni critiche. Secondo il governo, inoltre, un quesito referendario su tale argomento è incostituzionale; Sinistra, Lista Marjan Šarec, Socialdemocratici, e partito Alenka Bratušek hanno già annunciato la volontà di ricorrere alla Corte costituzionale.
La Camera di Stato ha inoltre deciso a favore dell'istituzione di un'indagine parlamentare
con il compito di indagare sulle presunte malversazioni legata all'acquisizione del materiale protettivo durante la prima ondata dell'epidemia di coronavirus. Come ricordiamo è già attiva un'altra indagine parlamentare sullo stesso tema richiesta pero dalla coalizione al governo.
Dionizij Botter