Nuova Slovenia si è sempre battuta per favorire e promuovere l’integrazione degli stranieri, ma il progetto di legge in discussione in parlamento non va in questa direzione, ed è anche in contrasto con la Costituzione, come ha già sottolineato il servizio legislativo e giuridico dell’Assemblea di Stato. Toni pacati, ma parole dure quelle utilizzate da Aleksander Reberšek per denunciare un disegno di legge del quale non riesce a vedere il beneficio per la società. Il deputato ha spiegato che la Costituzione slovena garantisce protezione e diritti speciali alle comunità nazionali autoctone italiana e ungherese, nonché diritti speciali alla comunità rom, ma nulla è previsto in termini di regolamentazione giuridica per le altre comunità nazionali in Slovenia.
Fra le proposte previste nel disegno di legge, la cui discussione è in programma la prossima settimana, figura quella dell'apprendimento gratuito della lingua e della cultura materne dei bambini delle comunità nazionali della ex Jugoslavia nelle scuole primarie e secondarie. Il timore dei cristiano-democratici è che si perda lo sloveno come lingua comune. Secondo Reberšek gli sforzi del legislatore dovrebbero andare nella direzione opposta, ovvero aiutare i bambini ad apprendere al più presto lo sloveno, che oggi rappresenta un problema molto serio nelle scuole primarie e secondarie. Motivo per il quale, fra gli emendamenti proposti, Nuova Slovenia chiede al ministero dell'Istruzione di tenere corsi per gli alunni la cui lingua materna non è lo sloveno, delegando invece al ministero dell’Interno i corsi per l'apprendimento dello sloveno e la conoscenza della cultura slovena per gli adulti. Il partito è pronto anche a convocare un referendum consultivo se la legge non sarà modificata in seconda lettura, perché la convinzione di fondo è che "ogni straniero che viene a vivere in Slovenia deve imparare la lingua slovena e accettarne usi e costumi", ha concluso Reberšek.
Valerio Fabbri