Con sprezzo dell'autorità e con il sostegno dei suoi seguaci, Marko Rupnik, il gesuita sloveno conosciuto per il suo lavoro di mosaicista, questa domenica ha tranquillamente concelebrato la messa, nonostante le restrizioni impostegli dal suo superiore, padre Johan Verschueren, tra le quali compare anche il divieto di “qualunque attività ministeriale e sacramentale pubblica”. A rendere noto lo spiacevole episodio è oggi il quotidiano “Domani” che elenca tra l’altro alcuni dei presenti, tracciando l'identikit di quello che potrebbe essere considerato il cerchio magico dei suoi fedelissimi che da anni lo seguono nel suo lavoro al Centro Aletti di Roma.
Uno scandalo, quello che lo vede protagonista, emerso sulla stampa italiana nel mese di febbraio, ma sul quale gli organismi dei Gesuiti preposti stanno indagando da tempo; dopo che una quindicina di persone, 13 donne e 2 uomini, lo avevano accusato di abusi fisici e psicologici.
Continua, quindi, il braccio di ferro tra gli organi ispettivi dei Gesuiti, la Santa Sede, Rupnik (che sino ad ora aveva goduto di alleati potenti) e il Centro Aletti, che secondo il ‘Domani’, sarebbe a sua volta al centro di un dossier di più di mille pagine depositato al Dicastero per la dottrina della fede.
Barbara Costamagna