Bisogna pregare per la madrepatria ogni giorno, e nel farlo dobbiamo ricordarci che l’amore per essa è scandito anche dalla fedeltà ai valori nei quali siamo stati cresciuti da genitori, insegnanti e altri educatori che ci hanno insegnato responsabilità verso la comunità e rispetto delle regole. Sono queste le parole utilizzate da monsignor Saje durante l’omelia della messa officiata ieri sera nella Cattedrale di Lubiana, alla presenza della presidente della Repubblica, Nataša Pirc Musar, del presidente del Consiglio di Stato, Marko Lotrič, del difensore civico per i diritti umani, Peter Svetina, e delle massime cariche istituzionali del paese, oltre alla presenza di rappresentanti politici del campo conservatore.
Saje ha fatto riferimento alla guerra quando ha parlato di mano della morte che colpisce, indesiderata, persone che vivono non lontano da noi, in vari punti caldi del mondo colpito dalla guerra. Per questo dobbiamo essere grati di poter vivere in pace ed essere per questo pronti ad esprimere solidarietà e vicinanza a coloro che bussano alle nostre porte, ha affermato ancora Saje. Che ha poi invitato tutti i fedeli a pregare per le persone che sono perseguitate, ma anche per i più deboli e vulnerabili che spesso trovano sollievo in Dio.
In conclusione il massimo rappresentante della Conferenza episcopale slovena ha ringraziato la madrepatria, i suoi abitanti e i suoi leader e ha rivolto un appello affinché "unità, felicità e riconciliazione vivano tra noi, in modo tale che la pace e la convivenza si diffondano nelle generazioni future che vivono nel cielo sotto il Triglav".
Valerio Fabbri