La Camera di Stato ha votato per una terza lettura la legge che rivede e inasprisce i parametri delle emissioni ambientali per il processo di co-incenerimento dei rifiuti. Nei giorni scorsi il disegno di legge aveva trovato l’opposizione dei lavoratori di Salonti Anhovo, che ritengono di dover pagare il prezzo più alto a una legge ritenuta inapplicabile. Tesi sposata dall’opposizione, mentre per la maggioranza si tratta di una norma necessaria e troppo a lungo dimenticata, che porterà benefici agli abitanti della valle dell’Isonzo, dove ha sede Salonit Anhovo, così come ai residenti in realtà produttive industriali dove ci sono emissioni dannose per l’ambiente.
Uroš Vajgl, sottosegretario al ministero dell'Ambiente, del Clima e dell'Energia, ha sottolineato che, a dispetto di quanto sostiene Salonit Anhovo, gli standard più severi per il co-incenerimento dei rifiuti previsti dalla legge coerenti con la legislazione europea. In sostanza, con le nuove norme verrà introdotto un criterio oggettivo di valori limite per le emissioni dai rifiuti degli impianti di co-incenerimento. Come ha dichiarato durante i lavori in parlamento la deputata di Movimento Libertà Andreja Živic, la “salute delle persone viene prima dell’economia, per questo l’emendamento è necessario”, un lavoro legislativo che ha goduto della cooperazione esemplare dei gruppi parlamentari e delle organizzazioni non governative, con ricadute positive anche per altre realtà, come a Krško, dove le condizioni ambientali non sono delle migliori.
Il Partito democratico (SDS), invece, ha messo in guardia sulle ripercussioni sociali ed economiche sul territorio di Canal d'Isonzo. Secondo Zvone Černač (SDS), prima o poi gli impianti di Salonit Anhovo verranno chiusi perché non saranno in grado di adattarsi alle nuove norme di legge, ritenute troppo stringenti.
Valerio Fabbri