"Si tratta di una persona di 50 anni colpita da sindrome coronarica acuta e salvata grazie al pronto intervento e alla vicinanza del nosocomio isolano", ha riferito nei giorni scorsi l'Istituto Formativo per la Medicina d'Urgenza della Regione Istriana. Nel comunicato si rileva che sono bastati meno di sessanta minuti dall'inizio del trattamento all'arrivo in ospedale, tempistica che ha salvato la vita al paziente poiché per diagnosi di questo tipo ogni minuto è prezioso. L'ente ha fatto presente che - nel caso concreto - il team di pronto soccorso si è reso disponibile per una nuova emergenza dopo un'ora e 45 minuti, contro le 5 nel caso in cui il paziente fosse stato trasportato a Fiume. Il tutto, ricordiamo, è stato reso possibile con la firma dell'accordo del luglio scorso tra i Premier di Slovenia e Croazia, Robert Golob e Andrej Plenković, un'intesa arrivata dopo anni e anni d'impegno, convincimenti e iniziative varie che le autorità di Zagabria non riuscivano a recepire. Soltanto dopo il progetto di collaborazione transfrontaliera Emergency Euroregion dal 2018 al 2020 e poi all'impegno della Regione che si è sobbarcata delle spese di ricovero a Isola per i pazienti con sindromi urgenti, le autorità croate hanno ceduto. Da qui la soddisfazione del Governatore istriano Boris Miletić che ha salutato questa nuova fase di collaborazione che riapre le porte dell'ospedale isolano agli abitanti del buiese, che hanno contribuito alla sua costruzione, ma che dal disfacimento della Jugoslavia non hanno più potuto utilizzare.
Lionella Pausin Acquavita