Si allunga ancora in Slovenia lo stop alla mobilità. Come ha lasciato intendere ieri il premier Janez Janša, bisognerà aspettare il dopo ponte festivo del Primo maggio e allora si potrà pensare a un nuovo allentamento delle restrizioni che al momento vietano tra l'altro di uscire dal proprio Comune di residenza. Nel frattempo un po' alla volta il Paese prova a ripartire. Alcune attività sono già state riavviate, e da ieri sono tornati al lavoro agenti assicurativi e addetti agli autolavaggi. Nuovamente animate le bancarelle nei mercati. Anche le banche, che in seguito all'emergenza coronavirus dalla metà di marzo hanno chiuso molte filiali e ridotto servizi e orari sono orientate verso un graduale ritorno alla piena operatività. Alcuni dei principali gruppi bancari presenti in Slovenia lo faranno già a partire dalla prossima settimana. Resterà comunque l'obbligo per chi si reca agli sportelli di munirsi di mascherina o protezione a copertura di naso e bocca. Sempre contingentati gli ingressi e precedenza alle persone più vulnerabili, come anziani e disabili, cui continuerà ad essere riservata la prima fascia oraria. Da qualche giorno novità in farmacia, dove i medicinali su ricetta si possono nuovamente richiedere in quantitativo superiore alle necessità di un mese, mentre per quelli da banco è possibile, come finora, l'acquisto di una sola confezione.
Da oggi presso il ministero degli Esteri cessa di essere operativa l'Unità di crisi che ha gestito il rimpatrio degli sloveni all'estero. Sono quasi 700 i cittadini rientrati nel Paese dall'inizio della pandemia che erano rimasti bloccati in giro per il mondo e che sono stati rimpatriati con voli e trasporti speciali. Nelle ultime settimane però il numero di chi vuole tornare a casa è sensibilmente diminuito, quindi le attività relative ai rimpatri continueranno nell'ambito dei servizi ordinari del settore consolare del Ministero. Sono più di 2000, complessivamente, gli sloveni che l'emergenza ha spinto a rientrare.

Ornella Rossetto