Lo ha comunicato il Ministero degli Esteri russo, che ha convocato l'ambasciatrice Darja Bavdaž Kuret, per notificarle la decisione. Il passo, che era nelle attese, rappresenta una ritorsione per l'espulsione di un diplomatico russo alla fine di marzo. Un atto di reciprocità ha fatto sapere il Ministero degli Esteri russo che, in una nota, attribuisce a Lubiana la responsabilità di aver "distrutto le relazioni bilaterali" tra i due paesi. Secondo fonti del Ministero degli Esteri sloveno, nell'ambasciata a Mosca lavorano sei dipendenti - oltre all'ambasciatrice ci sono anche tre diplomatici e due membri del personale tecnico. Il funzionario espulso dovrà lasciare il territorio della federazione entro venerdì della prossima settimana e verrà sostituito al più presto da un altro, in quanto la misura adottata da Mosca non significa una riduzione del personale. La ritorsione, come detto, arriva dopo che la Slovenia aveva dichiarato persona non grata un diplomatico dell'ambasciata russa a Lubiana che, presumibilmente, svolgeva attività incompatibili con il suo status. Si sarebbe trattato del tenente colonnello Sergej Lemeshev, che prestava servizio come vice addetto militare. In quella occasione il governo sloveno si era limitato a comunicare che il diplomatico russo aveva lasciato la Slovenia il 27 marzo. Il vicepremier Matej Arčon aveva parlato di decisione ponderata. La scorsa settimana il segretario di Stato presso l'ufficio del premier, Vojko Volk, ha dichiarato che la Slovenia ha deciso di espellere il diplomatico a causa del forte aumento delle attività di propaganda russa contro gli interessi nazionali sloveni, in tutti gli ambiti della vita sociale. Un’attività per influenzare i social media in cui si criticava la politica estera slovena e si giustificava l'aggressione russa contro l'Ucraina. Secondo fonti ufficiose avrebbe coinvolto diverse centinaia di cittadini russi che risiedono legalmente in Slovenia con il visto per studenti.
Delio Dessardo