Inflazione annua del 3,4 percento a febbraio in Slovenia, in lieve aumento rispetto a gennaio, dello 0,1 percento. Su base mensile il costo della vita è cresciuto dello 0,8 percento, soprattutto a causa dei pacchetti vacanze all'estero. Sull'inflazione annua hanno contribuito maggiormente i rincari nella sanità, i servizi per la manutenzione delle strutture abitative, acqua potabile, corrente elettrica, gas e carburanti. Rispetto a un anno fa, comunque, l'inflazione è nettamente scesa, nel febbraio 2023 era del 9,3 percento. L'Ufficio per le analisi macroeconomiche e lo sviluppo, UMAR, prevede una graduale stabilizzazione dei prezzi, di conseguenza dell'inflazione, per la maggior parte del 2024, poi dovrebbe risalire a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno, in quanto verranno meno gli effetti dei provvedimenti varati a suo tempo dal governo per fronteggiare gli alti prezzi nel comparto energia. Quest'anno l'inflazione media dovrebbe scendere al 2,7 percento, dal 7,4 del 2023, il prossimo anno dovrebbe risalire al 3,4, per scendere nuovamente nel 2026, attestandosi al 2,2 percento, quindi molto vicino all'obiettivo fissato dalla Banca Centrale europea per rendere meno restrittiva la sua politica monetaria. Per quanto riguarda la crescita dell'economia, l'UMAR rivede leggermente al ribasso le previsioni di crescita per il 2024. Il PIL dovrebbe salire del 2,4 percento, con una contrazione dello 0,4 percento rispetto alla stima precedente. I rischi derivano principalmente dalle incertezze geopolitiche ed economiche a livello internazionale, sul piano interno invece sono legati a problemi di competitività delle aziende slovene a causa degli aumentati costi di produzione e alla capacità di mantenere un alto livello nella dinamica degli investimenti; pesano poi i ritardi nel varo di alcune riforme. Restano invariate le previsioni di crescita per il 2025, al 2,5 percento, per salire al 2,6 l'anno successivo.
Delio Dessardo