Dici lobbista e subito il pensiero corre a qualcosa di opaco, relegato nella zona grigia a metà tra lecito e illecito, dove la politica incontra il mondo degli affari e degli interessi privati. La Slovenia ha provato a regolamentare il tema con l’introduzione di norme e registri pubblici, ma secondo la Commissione anti-corruzione la questione è ben lontano dall’essere risolta. Ma cos’è il lobbying? Negli Stati Uniti questa attività rappresenta il dialogo diretto che avviene fra politici o istituzioni pubbliche e persone o aziende che cercano di influenzare le decisioni per favorire particolari interessi. Questo confronto avviene o meglio avveniva nella lobby, appunto, una tribunetta riservata al pubblico. L’evoluzione e per certi versi la degenerazione ha portato a una sorta di territorio senza regole. In un rapporto presentato in settimana dalla Commissione anti-corruzione, è emerso che il 98% delle attività di lobbying in Slovenia è stato portato avanti al di fuori dei canali ufficiali previsti dalla professione. Secondo la KPK, l'attuale legislazione in materia non consente un controllo efficace dei contatti, e bisognerebbe anche modificare la definizione di lobbista seguendo le linee guida internazionali per migliorare il controllo, i tempi di rendicontazione dei lobbisti e l’armonizzazione delle norme in vigore. Oltre la grande politica, la Commissione ha sottolineato come il problema esista anche a livello comunale, ministeriale e statale, con funzionari o dipendenti pubblici che non hanno segnalato i contatti con le organizzazioni di interesse.
Valerio Fabbri