Sembra non esserci pace per Poklukar. Il nuovo anno per lui è iniziato come era finito quello precedente, ovvero al centro delle polemiche politiche. Questa volta il responsaile della sicurezza del paese si trova a fronteggiare il tema migranti, perdendosi nei numeri che, ancora una volta, da questione tecnica possono diventare argomento politico.
Nei giorni scorsi alcuni organi di informazione hanno riportato la notizia secondo cui la Slovenia dovrà presto accogliere più di 2.500 richiedenti asilo che avevano già lasciato il paese. Come noto, il Regolamento di Dublino prevede che la domanda d'asilo debba essere esaminata nel Paese di prima registrazione. Secondo i dati del ministero, nel 2024 in Slovenia sono state presentate 5.173 domande di protezione internazionale, di cui circa la metà aveva già presentato domanda nel paese di primo approdo. Per i rimanenti però, ovvero per 2.576 richiedenti asilo, esiste la possibilità teorica di rimpatrio in Slovenia.
In realtà il ministero ha spiegato che l'anno scorso Lubiana ha ricevuto 362 richieste di trasferimento di richiedenti asilo, di cui solo 150 sono state effettivamente completate, perché ogni trasferimento è soggetto a una valutazione individuale, in conformità con la legislazione europea. Per questo è infondato il timore di ritorni massicci, anche perché le tempistiche variano a seconda delle circostanze ed entro termini stabiliti, superati i quali decade la regola del primo approdo, evitando l'effetto scaricabarile. Effetto che però si sta verificando nei confronti del ministro Poklukar, sempre più catalizzatore delle tensioni politiche in corso nel paese.
Valerio Fabbri