La Banca centrale europea, che ha deciso un ulteriore aumento, il nono consecutivo, dei tassi di riferimento, di un quarto di punto portandoli al 4,25 percento, continuerà a perseguire questa politica restrittiva, fino al raggiungimento dell'obiettivo di riportare l'inflazione al due percento. Lo ha detto il governatore della Banca di Slovenia, Boštjan Vasle, che fa parte del direttivo BCE. Un importante fattore che influirà sulle future decisioni sarà l'andamento dell'economia, spiega Vasle, molto dipenderà dalle pressioni sui prezzi. La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha avvertito che il lavoro non è finito, lasciando le porte aperte a un nuovo ritocco a settembre se l'inflazione non rallenterà. Ogni decisione a breve termine terrà conto dei dati economici e finanziari, dell'andamento dell'inflazione di fondo e dell'efficacia dei provvedimenti restrittivi adottati dalla Banca centrale. Se questi dati confermeranno un clima economico favorevole, si potranno evitare, almeno per un certo periodo ulteriori interventi, in caso contrario si ricorrerà all'aumento dei tassi anche nei mesi autunnali è stato chiaro Boštjan Vasle, interpellato da Radio Slovenia. Gli effetti delle misure per ridurre drasticamente l'inflazione saranno visibili in un lasso di tempo tra i 18 e i 24 mesi da quando è stata introdotta una politica monetaria restrittiva, vale a dire agli inizi del prossimo anno. Gli ultimi dati indicano un raffreddamento del clima economico nell'Eurozona, conseguenza soprattutto della contrazione nei comparti dell’attività manufatturiera e dei servizi. In base alle ultime previsioni macroeconomiche si allenta la pressione sui prezzi; l'inflazione di fondo, che offre un quadro più preciso dello stato dell'economia, escludendo i prezzi di energia, cibo, alcol e tabacco, che tendono ad essere più volatili di altri, resta però elevata. Per questo motivo, avverte Vasle, la BCE resta vigile, pronta a intervenire.
Delio Dessardo