"La Slovenia si è preparata bene" ha detto il ministro degli esteri Logar che ha elencato alcuni temi più importanti della presidenza di turno slovena, a cominciare dalla conferenza sul futuro dell'Unione europea e dalle prospettive dei paesi candidati di raggiungere l'obiettivo. Logar ha nominato in particolare la Macedonia del Nord che aspetta ancora di avviare il negoziato finale con Bruxelles. In ogni caso, così Logar "bisogna fare in modo che il semestre risulti quanto più fruttuoso". In tutto l'incontro di Brdo si articola in quattro tavole rotonde, dedicate rispettivamente al programma della presidenza slovena dell'UE, alle ambizioni della nostra politica estera, al futuro dell'integrazione europea e alla regione indo-pacifica che sta diventando il grande tema dei rapporti internazionali.
Il presidente Pahor ha auspicato dal canto suo che la Slovenia svolga il proprio ruolo di coordinatrice del Consiglio europeo con maturità, spirito di cooperazione e responsabilità. "Anche gli altri - ha detto - si aspettano che la Slovenia sia all'altezza del ruolo malgrado la sua precaria situazione politica interna", situazione che Pahor non ha voluto commentare. Ha detto che i cittadini sloveni desiderano che il prestigio del paese esca rafforzato dal semestre che lo attende, senz'altro non deve succedere nulla che possa intaccare l'immagine "che tutti insieme - come ha sottolineato - abbiamo costruito in trent'anni di indipendenza". La Slovenia è venuta in fila adesso e il suo turno di presidenza non può essere rinviato, pertanto l'unica strada è quella, ha rilevato ancora Pahor, "di un impegno attivo ed europeista e di un approccio inclusivo, in patria e in Europa, così che la gente abbia una buona impressione dei risultati".

Boris Mitar

Il presidente Borut Pahor
Il presidente Borut Pahor