Come prevedibile con 50 voti contrari e 24 favorevoli non passa la sfiducia alla ministra dell'Interno Tatjana Bobnar, che rimane salda al vertice di uno dei principali dicasteri dell'esecutivo guidato da Robert Golob. Dopo oltre 12 ore di confronto parlamentare i deputati della coalizione di maggioranza hanno votato in blocco per respingere l'interpellanza presentata da Branko Grims, falco del Partito democratico sloveno, che aveva cercato di inchiodare Bobnar alle responsabilità di una gestione dei flussi migratori considerata troppo permissiva, ancora di più dopo la rimozione delle recinzioni metalliche. Secondo Grims, capofila di una posizione diffusa in tutto il campo conservatore, rimuovere ogni barriera fisica equivale a inviare un messaggio di debolezza ai migranti, e il costante aumento delle richieste d'asilo spesso infondate, secondo Grims, è conseguenza di questa politica migratoria troppo lasciva.
Nell'interpellanza Bobnar doveva rispondere a una serie di accuse che andavano dall'abuso d'ufficio all'attuazione incoerente delle leggi, fino alla negligenza dei doveri ministeriali. Ma l'ex capa della polizia ora diventata ministra, nominata dal governo Šarec e rimossa da Janša in una delle prime riunioni del consiglio dei ministri proprio per divergenze nella gestione della sicurezza, non si è scomposta di fronte alle critiche. Al contrario, ha rilanciato cercando di dare una impostazione in termini diversi di quelli che ha definito cultura politica, rispetto di principi morali ed etici, e tolleranza zero per le violazioni dei diritti umani, come si confa a una società democratica matura. E per togliere ogni dubbio, nel giorno dell'interpellanza Bobnar ha deciso di dar vita a una pagina web sul sito del ministero dedicata esclusivamente alla pubblicazione di dati e informazioni oggettivi sui flussi migratori. Come ha spiegato, un modo per evitare la diffusione di informazioni inesatte e fuorvianti, e basare il confronto politico, anche duro, su dati oggettivi.
Valerio Fabbri