Foto: BoBo
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I richiami riguardano i cambiamenti nel funzionamento del mercato dell'energia elettrica, la transizione verde nel settore energetico, la resilienza digitale degli istituti finanziari e la legislazione sociale nel trasporto stradale. La Commissione ha inviato il primo sollecito alla Slovenia e ad altri 25 paesi membri dell'UE, per non aver recepito integralmente nei tempi stabiliti le direttive europee fissate lo scorso anno e finalizzate a migliorare il funzionamento del mercato elettrico alla luce della transizione verde e dello sfruttamento dei beni energetici dopo l'aggressione della Russia all'Ucraina. I paesi in questione dovevano notificare alla commissione il trasferimento della direttiva entro il 17 gennaio scorso. Fanno eccezione le disposizioni riguardanti la libera scelta del fornitore e la condivisione dell'energia, per le quali la scadenza è il prossimo anno. Finora soltanto la Danimarca ha adempiuto a tale obbligo. A nove membri, Slovenia inclusa, la commissione europea ha inviato un sollecito per non aver introdotto nella legislazione nazionale le direttive sull'efficienza energetica degli edifici, dopo il graduale ritiro degli incentivi finanziari per gli scaldabagni alimentati a combustibili fossili. Ritardi anche per l'adeguamento alla direttiva sulla resilienza operativa del settore finanziario, destinata a rafforzare la tenuta del sistema, esposto ad una digitalizzazione sempre più diffusa. Infine, il richiamo a Slovenia e altri 15 paesi per non aver recepito la direttiva in merito alla legislazione sociale che regolamenta il trasporto stradale, il cui obiettivo è unificare la disciplina relativa alle violazioni in materia. Tutti i paesi destinatari dei solleciti hanno ora due mesi di tempo per rispondere o soddisfare la richiesta di Bruxelles, in caso contrario seguirà un secondo avvertimento.

Delio Dessardo