Sul tavolo restano ancora molte questioni aperte, tra le quali si aggiungono le dimissioni, venerdì, del ministro della Pubblica Amministrazione Sanja Ajanović Hovnik, che rappresentava il governo. I sindacati sottolineano che, nonostante le sue dimissioni, è necessario proseguire le trattative e raggiungere un accordo il prima possibile. Le questioni di maggior rilievo riguardano, lo ricordiamo, l'eliminazione delle disparità salariali e la ridefinizione della scala retributiva, del peso di circa 847 milioni di euro, documento che il governo aveva presentata due settimane fa alla controparte. Il testo è stato successivamente esaminato per singoli settori del pubblico impiego. Le reazioni dei sindacati ai contenuti del piano sono state alquanto critiche. "Si tratta di una proposta che non prevede più l'eliminazione delle disparità salariali, bensì un trasferimento di queste diseguaglianze nel nuovo sistema retributivo", ha detto il capo della confederazione che raggruppa i sindacati del pubblico impiego, Branimir Štrukelj, aggiungendo che il governo con gli annunciati aumenti salariali a fasce ha in pratica rinunciato ad intervenire sulle disparità e che l'ultima proposta è ancora peggiore della precedente. Una questione che si intende porre sul tavolo all’odierno confronto ha spiegato Štrukelj. Secondo Jakob Počivavšek, a capo di uno dei sindacati rappresentativi del pubblico impiego, alcune sigle hanno già trasmesso al governo le loro controproposte; oggi quindi il governo potrebbe dare una prima risposta. Entrambi i leader sindacali hanno fatto sapere che intendono aprire la questione relativa all'armonizzazione del valore delle classi retributive. Una norma contenuta nella proposta di legge sull'esercizio di bilancio per il 2024 blocca infatti tutto, il che influisce direttamente sull'andamento dei negoziati.
Delio Dessardo