"Chi non vede che il fascismo e il nazismo stanno rinascendo proprio vicino al nostro Paese è cieco". Lo ha detto il premier sloveno Marjan Šarec intervenendo alla commemorazione tenutasi al castello di Rajhenburg, presso Brestanica, utilizzato durante la seconda guerra mondiale dalle forze di occupazione tedesche come campo di prigionia. Da qui 63 mila detenuti sloveni presero la via dei campi di sterminio e, di questi, 43 mila non tornarono vivi. "Si stanno ridisegnando le carte geografiche" ha detto Šarec riferendosi alla foto pubblicata dal gabinetto del premier ungherese Orban nell'anniversario del trattato di Trianon - l'Ungheria, dopo la prima guerra mondiale, perse più della metà del territorio precedentemente amministrato. Ma forse Šarec aveva in mente anche il post su Facebook dell'assessore triestino Giorgi con la cartina dell'Italia allargata alle "terre irredente", post del quale si è largamente parlato nei giorni scorsi sui media sloveni. Il primo ministro di Lubiana ha condannato anche le sollecitazioni a censire gli sloveni in Italia. "La Slovenia vuole avere buoni rapporti con tutti, ma non può e non deve tacere quando vengono concepite idee di questo tipo" ha detto. "Sono passati ormai molti anni dalla fine della Seconda guerra mondiale, ma le ferite sono rimaste e tornano ad aprirsi quando, non solo Tajani, ma chiunque altro prende questi temi alla leggera" ha detto Šarec, che ha concluso il suo discorso con un appello al popolo sloveno affinchè mai più abbiano a ripetersi le violenze fratricide accadute nel secolo scorso. (red)

Foto: MMC RTV SLO
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