Il premier Šarec intende far chiarezza con Erjavec dopo il congresso del partito dei pensionati, il Desus, chiamato a eleggere il nuovo presidente. Dice di voler discutere in modo approfondito con il ministro della difesa sull'attuale situazione nelle forze armate slovene. Lo ha scritto ieri il gabinetto del premier rispondendo alle diverse interpretazioni delle critiche di Šarec sulle reazioni di alcuni politici in merito all'evacuazione dei soldati sloveni dall'Iraq. Si è dimostrato, è stato scritto, che le persone di grande responsabilità per il paese non si sono comportate nella maniera più consona in questo specifico caso, fatto che mi ha negativamente sorpreso, ancora Šarec, tenendo conto della loro esperienza in campo internazionale e della sicurezza. L'eco mediatica che si è creata dopo il ritiro dei soldati, aveva scitto via Twitter Šarec, è l'ultima cosa che i militari sloveni avrebbero voluto, precisando che "non si dovrebbe giocare con la reputazione internazionale" di un paese.
Erjavec, che in un primo momento ha detto di non interpretare le affermazioni di Šarec come una critica nei suoi confornti, si è fatto risentire in giornata quando sono emersi altri dettagli della notte dell'attacco missilistico ad opera dell'Iran della base di Erbil, nel nord dell'Iraq, dove era presente anche il contingente sloveno. Subito dopo l'incidente, verso le 3 di notte, Erjavec avrebbe subito avvertito via sms i vertici dello Stato, il presidente della repubblica Pahor avrebbe risposto immediatamente, il premier Šarec no. Nessuna risposta dal gabinetto del premier neppure alla richiesta di autorizzazione a procedere all'evacuazione dei soldati; capo di gabinetto che secondo Erjavec avrebbe dovuto subito avvisare e svegliare il primo ministro, che ha poi dato il nulla osta qualche minuto prima delle 6 del mattino. (ld)