Una stella di David equiparata alla svastica nazista è apparsa questa mattina sulla porta del Centro Culturale Ebraico di Lubiana, mentre è in corso l'annuale Festival della Casa della tolleranza. "Neanche nei nostri peggior incubi", hanno dichiarato dal Centro, "avremmo potuto immaginare di vedere una svastica dipinta di fresco in una delle città più tranquille d'Europa".
Sino ad ora, hanno spiegato i rappresentanti dal Centro, si pensava che cose del genere non sarebbero "più accadute", mentre, il gesto di oggi rappresenta "la prova che ciò invece sta accadendo di nuovo". "Un attacco al mondo libero", così viene bollata la scritta tracciata in quella che viene definita "la nostra meravigliosa città e il nostro Paese" (la Slovenia), dove il nazismo e il fascimo colpirono duramente tutta la popolazione e perseguitarono la locale comunità ebraica, che contò 600 morti nei campi di concentramento e che oggi è ridotta a poche decine di persone.
"Insieme dobbiamo opporci all’odio e al fanatismo nel nostro bellissimo Paese", concludono dal Centro Culturale Ebraico, sottolineando che "questo non è il Medio Oriente" e invitando tutti a mantenere un atteggiamento tollerante e a combattere l'antisemitismo. Viene, quindi, rivolto l'invito a tutti i cittadini a prendere parte al festival in corso, per confrontarsi sui temi della convivenza e della tolleranza. Qui, durante la cerimonia di apertura, si era proprio parlato del conflitto in corso tra Israele e Palestina, denunciando le violenze perpetrate da una e dall'altra parte e chiedendo la pace e una risoluzione territoriale che rispetti i diritti di entrambi i popoli.
Il Ministero degli Esteri e la delegazione slovena presso lo Yad Vashem hanno condannato fermamente il messaggio pieno di odio apparso nel centro di Lubiana. "I simboli dell'odio non rappresentano la libera espressione delle opinioni e non rafforzano la democrazia", ha dichiarato la ministra Tanja Fajon aggiungendo che "è nostro intento condannare sempre fermamente l'incitamento all'odio e lottare costantemente contro di esso".
Barbara Costamagna