La conferma del decesso è arrivata nel pomeriggio. Si tratta di un novantenne con patologie pregresse, anch’essa era ospite della casa di riposo Metlika, come l’altra vittima del coronavirus. Proprio in quell’istituto si era sviluppato un focolaio del contagio. Il Ministro della Salute, Tomaž Gantar, che nei giorni scorsi si era raccomandato di comportarsi tutti come si fosse contagiati, ha rimarcato che il numero delle persone infette in Slovenia è sicuramente superiore rispetto a quello che dicono i numeri ed ha ribadito che probabilmente sono cinque volte tanto. La Slovenia, ha detto, è uno dei paesi che fa più test. Fin ora ne sono stati fatti oltre 13.000 e solo oggi più di 1000. Il ministero sta mettendo a punto un’ordinanza che consentirà di far rimanere a casa i lavoratori con gravi patologie, in modo da evitare che si contagino. Intanto si sta mettendo a punto un sistema che consentirà di testare gli anziani direttamente nelle case di riposo.
Il problema più grave per ora resta quello del rifornimento di mascherine ed altro materiale sanitario. La distribuzione avviene in maniera centralizzata, proprio per cercare di sopperire alle carenze.
Intanto il premier Janez Janša ha paragonato l'Europa di oggi a quella del Medioevo con la paura della peste, muri e barriere ad ogni passo. Un momento - ha aggiunto – in cui ognuno può contare solo su sé stesso e su quello che può produrre. Si è detto convinto però che la Slovenia ce la farà, così come ce l'ha fatta al tempo della dissoluzione della Jugoslavia.
Stefano Lusa