Dobbiamo conservare la memoria non per sentirci vittime, ma per continuare a far crescere i valori democratici che ci permettono di essere qui oggi. Perché senza empatia non possiamo avere democrazia. Il vescovo ausiliare di Lubiana, Anton Jamnik, ha utilizzato queste parole per il suo sermone durante la messa in memoria delle vittime dei regimi totalitari. Un discorso improntato alla tolleranza, alla convivenza pacifica, per ribadire che il successo dell'Unione europea e della democrazia in Slovenia non dipende solo dall'integrazione economica e dal progresso, ma anche dall'adozione di un insieme di diritti e valori fondamentali, senza i quali può trasformarsi in totalitarismo. Alla messa è seguito un discorso cerimoniale dell’ex presidente Pahor, che ha ricordato come la giornata voluta dall’Unione europea non sia dedicata alla memoria delle vittime della violenza comunista, ma al rifiuto di ogni totalitarismo ed è per questo un invito a coltivare e rafforzare la democrazia. Pahor ha poi rivolto un appello all'attuale governo a correggere quello che ha definito "l'inammissibile errore politico ed etico commesso cancellando la giornata della memoria delle vittime del regime comunista". Fra i presenti anche Walter Bandelj, presidente della Confederazione delle Organizzazioni slovene in Italia, che ai nostri microfoni commenta così la celebrazione: “Oggi essere presenti qui è importantissimo, non solo per la messa, ma anche per le parole dell’ex presidente Borut Pahor, che aiutano a ricordare non solo il passato, ma anche a inviare un campanello d’allarme all’attuale governo, che in qualche modo ha cancellato il ricordo di quel che in passato è successo in queste terre.“
Valerio Fabbri