Con oggi la Serbia torna nella lista gialla dei paesi a rischio coronavirus. Quindi niente quarantena per chi entra in Slovenia da questo paese. Lo ha deciso ieri il Governo Janša. La Croazia resta invece sulla lista rossa; per quanto riguarda quella verde, nessun cambiamento. Il quadro epidemiologico in Serbia è sensibilmente migliorato: si è scesi nettamente al disotto dei 40 contagi su 100 mila abitanti. Ieri il governo sloveno ha fatto il punto della situazione epidemiologica nei paesi dell'Unione Europea, dell'area Schengen, nei Balcani e nelle regioni italiane, tenendo conto dei dati forniti dall'Istituto nazionale di salute pubblica. "L'inserimento della Serbia nella lista gialla" - ha detto il portavoce del governo, Jelko Kacin -, "renderà possibile tra l'altro il ricongiungimento dei nuclei familiari e faciliterà i flussi commerciali."
Per la Croazia invece, la situazione dal punto di vista epidemiologico non fornisce ancora le necessarie garanzie e con ogni probabilità rimarrà sulla lista rossa ancora per tutto settembre, quindi con l'obbligo della quarantena di 14 giorni per chi entra dal vicino paese. Prevista però una serie di eccezioni, oltre 20 e riguardano al primo punto i transfrontalieri, i pendolari giornalieri e settimanali, chi viaggia per motivi di studio o per altri motivi inderogabili come familiari o sanitari. Nessuna limitazione per chi è solo in transito. È previsto invece il test del tampone per alcune categorie al rientro in Slovenia. I proprietari di immobili e imbarcazioni potranno tornare in Croazia per esigenze legate alle loro proprietà con l'obbligo di rientrare entro 48 ore. E per oggi sono previsti rallentamenti in entrata ai valichi con la Croazia per l'ondata di rientro in questo ultimo fine settimana di agosto. C’è attesa per vedere quanti saranno gli sloveni che torneranno dalle vacanze e che saranno soggetti all’obbligo di quarantena.
Delio Dessardo