Nel corso del dibattito, su richiesta del Partito Democratico, principale forza di opposizione, è stata sottolineata l'importanza del progetto, evidenziando la necessità di una adeguata informazione e trasparenza, apposite leggi e anche un referendum per sentire il parere della popolazione su un investimento di tale portata. Su proposta del Movimento Libertà e dei Socialdemocratici, i comitati hanno sostenuto all’unanimità il proseguimento delle attività volte alla realizzazione del progetto. Respinta invece una proposta presentata dall'SDS che chiedeva tra l'altro al governo di porre come primo obiettivo della politica energetica garanzie su forniture sicure a prezzi accessibili per gli utenti, l'inserimento del nucleare tra le fonti rinnovabili, analizzando uno scenario che preveda l'approvvigionamento di energia elettrica soltanto con le fonti rinnovabili ufficialmente riconosciute e uno misto con l'inclusione del nucleare. Inoltre, tempi più rapidi, entro la fine del 2024, per la decisione finale sul secondo blocco della centrale di Krško, inserendo nel gruppo di coordinamento per la realizzazione del progetto anche rappresentanti delle comunità locali. Rassicurazioni a tale proposito sono arrivate dai rappresentanti del governo. Sollecitando la riunione dei comitati l'SDS ha voluto ottenere delle risposte in seguito a dubbi sorti dopo le dichiarazioni del premier Golob sul collocamento o meno del nucleare tra le fonti rinnovabili e sul futuro del nucleare in Slovenia, quindi sulle reali possibilità di arrivare al secondo blocco della centrale di Krško. Tina Seršen, segretario di stato al Ministero dell'ambiente, il clima e l'energia ha voluto chiarire su questo punto, dicendo che l'energia nucleare è e rimarrà parte integrante del "mix energetico" della Slovenia; lo confermano l'intero quadro legislativo e i documenti strategici già approvati.
Delio Dessardo