Foto: MZEZ
Foto: MZEZ

La visita della Ministra in Siria, giunta in un momento di particolare criticità, è stata un chiaro segnale dell’appoggio della Slovenia nei confronti del popolo, martoriato da un conflitto che dura da oltre un decennio. L’incontro con le nuove autorità ha offerto l’opportunità di sottolineare l’importanza di un processo politico volto a costruire un Paese unito e rispettoso dei diritti di tutti i cittadini. Fajon ha poi ribadito il fermo sostegno all’integrità territoriale e alla sovranità, rimarcando al contempo che una pace duratura nella regione non può essere raggiunta senza una soluzione che affronti le profonde divisioni interne al Paese. Fondamentale, ha detto poi, assicurare giustizia a coloro che hanno subito gravi violazioni dei diritti umani commesse durante le ostilità dal regime di Bashar al-Assad. Sottolineata poi anche l'urgenza di un cessate il fuoco nel nord-est del Paese e di un dialogo inclusivo con tutte le forze politiche in campo. "La Slovenia continuerà a monitorare attentamente gli sviluppi della situazione e, in qualità di membro dell'Unione Europea, parteciperà attivamente alla ricostruzione del Paese", ha aggiunto la capo diplomazia. Al Shara e al Shaybani hanno espresso profonda gratitudine per la vicinanza mostrata da Fajon, auspicando un maggiore supporto da parte dell'UE e degli Stati Uniti oltre che di una rapida revoca delle sanzioni, considerata un prerequisito fondamentale per il futuro. La missione diplomatica della Ministra è servita soprattutto per comprendere le difficoltà umanitarie e operative: i colloqui avuti con i rappresentanti del Comitato Internazionale della Croce Rossa hanno fornito a Fajon un quadro dettagliato delle sfide che il Paese sta affrontando, dei risultati raggiunti nei progetti di ripristino e delle condizioni di vita dei civili, con un focus specifico sui diritti delle donne.

Alessia Mitar