Innanzitutto, il Ministero della Salute dovrebbe assicurarsi che i prezzi degli enti pubblici siano equi se confrontati con quelli applicati dalle cliniche convenzionate. Solo allora dovrebbe attuare i cambiamenti annunciati. Il 30 maggio scorso il governo ha adottato le basi di partenza per la preparazione di un emendamento alla legge sulle attività mediche, che, tra l'altro, prevedono restrizioni al lavoro supplementare per i dipendenti delle istituzioni sanitarie pubbliche. Prestazioni lavorative aggiuntive sarebbero così autorizzate soltanto presso altre strutture sanitarie pubbliche, non presso istituti privati.
L'Associazione delle istituzioni sanitarie della Slovenia avverte che la sola regolamentazione degli impiegati nel settore non risolverà i problemi chiave degli istituti sanitari pubblici. In base alla legislazione vigente, le strutture convenzionate che non hanno le stesse responsabilità e obblighi, come ad esempio l'integrazione per le ferie annuali e l’indennità per malattia, vengono poste sullo stesso piano di quelle pubbliche. Sono le istituzioni pubbliche a fornire assistenza sanitaria continua e accesso a tutti i servizi, offrendo l'intera gamma di cure mediche, viene ricordato. Pertanto, prima di adottare le modifiche, il Ministero dovrà garantire tariffe eque sia che si tratti di strutture pubbliche che di strutture sanitarie private accreditate. Per proteggere la sanità pubblica, viene fatto ancora presente, è necessario cambiare le modalità di concessione delle autorizzazioni alle strutture private. Il Ministero deve stabilire il volume dei servizi in base al contratto e alle capacità effettive di garantire determinate prestazioni. L'associazione che raggruppa le istituzioni sanitarie chiede a tale scopo un incontro urgente con il Ministro della Salute, Valentino Prevolnik Rupel e con la direttrice dell'ente nazionale per l'assicurazione sanitaria, Tatjana Mlakar.
Delio Dessardo