In apertura, il Ministro dell'Interno, Boštjan Poklukar, ha spiegato che data la situazione sul mercato del lavoro e lo sfavorevole quadro demografico, la Slovenia necessita di forza lavoro e non solo. Ci sono carenze anche nel campo della scienza, e qui c’è bisogno di esperti, medici, infermieri, profili specializzati che contribuiscano a coprire tali carenze. La strategia migratoria si concentra tra l'altro su garanzie per una migrazione ordinata e sicura, sulla protezione e la dignità dei migranti, nonché sulla problematica riguardante la riduzione della popolazione attiva. Il responsabile capo del direttorato per le migrazioni, Matej Torkar, ha sottolineato il problema dell'invecchiamento della popolazione. "Nel 2030", ha detto, "poco meno di un quarto della popolazione slovena avrà più di 65 anni, nel 2050 si arriverà al 30 percento. Al contempo continuerà a scendere drasticamente la percentuale di forza lavoro ancora abile."
Oltre all'integrazione sul mercato del lavoro, la strategia prevede l'integrazione a livello locale e nell'istruzione, nonché l'integrazione linguistica che, secondo le organizzazioni non governative, solleva però diverse questioni, Come sottolineato dal direttore esecutivo della Filantropia slovena, Franci Zlatar, non è ancora chiaro come risolvere il problema dei requisiti in termini di conoscenze linguistiche per ottenere i ricongiungimenti familiari nel caso dei lavoratori stranieri. "Non possiamo sostenere questa strategia migratoria", ha affermato dal canto suo Urša Regvar del Centro giuridico per la tutela dei diritti umani, "in quanto presenta enormi carenze di contenuto. Il documento si basa quasi interamente su alcuni dati statistici, senza obiettivi strategici chiaramente formulati e senza meccanismi per realizzarli."
Le organizzazioni non governative affermano di non essere state sufficientemente coinvolte nella preparazione delle strategie, inoltre nella maggior parte dei casi i loro pareri e osservazioni non sono stati presi in considerazione.
Delio Dessardo