Il 2020 è stato un anno segnato dalla pandemia da covid che ha condizionato le vite di tutti, limitandone i diritti e le libertà e colpendo in particolar modo le fasce più deboli della società, L'ombudsman Peter Svetina, presentando il rapporto annuale davanti al Comitato parlamentare istruzione, si è detto deluso per come il Ministero preposto ha affrontato l'emergenza covid nel mondo scolastico, per gran parte dell'anno costretto ad operare a distanza. Svetina ha parlato di indifferenza, di mancate risposte alle sollecitazioni e richiami del tutore civico, ricordando di aver avvisato sin dall'inizio e a più riprese della disparità di trattamento tra gli alunni, che non tutti godevano delle stesse opportunità per l'apprendimento a distanza, centinaia le famiglie in Slovenia che non avevano e continuano a non avere l' accesso a internet, non possiedono pc, tablet o stampanti in casa. Svetina ha rivolto un appello affinchè si trovino delle soluzioni ai singoli problemi, che vengano risolti cercando di evitare una nuova chiusura di asili, scuole e università.
Pur ammettendo che qualche ritardo nelle risposte ci possa esser stato, il segretario di stato al ministero dell'istruzione Damir Orehovec ha definito esemplare la collaborazione con l'ufficio del difensore civico, le raccomandazioni dell'ombudsman vengono prese seriamente in considerazione. Orehovec ha ricordato che lo scorso anno per esempio è stata accolta la nuova legge sulla tutela della salute mentale in infanzia ed adolescenza ed è stata introdotta la figura dell'assistente - mediatore rom negli asili e nelle scuole.
Nel capitolo sulle minoranze nazionali sono elencati alcuni casi segnalati dalle istituzioni o appartenenti della comunità nazionale italiana sul mancato rispetto del bilinguismo sulle tabelle oppure nei formulari in forma digitale dell'Ente di previdenza sociale o la traduzione dei libri di testo, questione questa sollevata da un esponente ungherese, ma che in linea di principio riguarda anche le scuole italiane.