Foto: Reuters
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La Caritas slovena esorta alla riflessione; nei mesi estivi, periodo di viaggi e vacanze, dovremmo pensare ai confini da un'ottica diversa. Questi simboleggiano infatti le nostre convinzioni, la solidarietà e l'apertura verso coloro che vivono ai margini. Spesso si tratta di persone estromesse e derubate, rifugiati e vittime della tratta di esseri umani che non arrivano solo dall'estero ma anche dalla Slovenia stessa, sottolinea l'organizzazione. Destano perplessità i dati secondo cui oltre la metà delle vittime del traffico di persone nell'Unione europea sia rappresentata da cittadini europei. La Caritas slovena, che dal 1996 porta avanti un programma di assistenza alle vittime di tratta ha nei primi sette mesi del 2024 offerto sostegno a sei persone. Si tratta di due donne e quattro uomini di un'età compresa fra i 23 e i 37 anni. I casi in questione sono riconducibili al lavoro forzato e allo sfruttamento sessuale. Nell'ultimo periodo è aumentato anche il numero delle vittime provenienti da contesti extraeuropei; cinque delle persone a cui la Caritas slovena ha offerto assistenza sono infatti di provenienza straniera, una è invece cittadina slovena. Nel 2021 il Ministero degli Interni sloveno ha adottato un approccio sistematico nell'introdurre nelle scuole programmi di sensibilizzazione sul tema della tratta di esseri umani a scopo di sfruttamento. Il governo finanzia anche diversi programmi di assistenza nell'ambito di cui alle vittime viene fornito sostegno e garantito l'accesso a un alloggio sicuro. In seguito hanno anche la possibilità di prender parte a progetti di reintegrazione nella società. In occasione della Giornata mondiale, le Nazioni Unite invitano la comunità internazionale a sollecitare un'azione globale per porre fine al traffico degli esseri umani. In particolare, a quello dei bambini e delle bambine, soggetti a varie forme di tratta fra cui lo sfruttamento nel lavoro forzato e le adozioni illegali. Il fenomeno della tratta interessa infatti ogni paese del mondo, sia come paese d'origine, di transito o di transizione delle vittime, ricorda ancora l'ONU.

M.N.