Il tragico fatto risale all'agosto dello scorso anno, quando Marko Matić, nell'entroterra capodistriano, uccise il cognato, 83 anni, e ridusse in fin di vita la sorellastra, 75 anni, poi morta in ospedale. La tragedia sarebbe stata originata da lunghi anni di conflitti per questioni di proprietà. Il giudice ha così confermato la richiesta della pubblica accusa per l’imputato in base alla quale Matić dovrà scontare 25 anni di detenzione per ogni omicidio commesso ovvero 30 anni complessivi di detenzione. Il reato sempre secondo l’accusa sarebbe stato doloso, mentre in base alla perizia psichiatrica l’uomo sarebbe stato consapevole delle proprie azioni. Di parere opposto il legale di Matić, Branko Gvozdić secondo il quale non ci sarebbe stata premeditazione, ma casomai un eccesso di legittima difesa o di un omicidio non premeditato. Matić, non presente alla sentenza, aveva in passato continuato a ribadire che ha agito per legittima difesa. Il giudice, Julijan Glavina ha motivato la sentenza spiegando che l’imputato ha agito perseguendo il suo interesse personale e per altri futili motivi. Matić ha agito perché non era intenzionato a restituire, come previsto dalla sentenza del tribunale, l’immobile alla defunta legittima proprietaria e ha commesso il reato uccidendo i due coniugi a sangue freddo.
Dionizij Botter