Meno gente del solito a Lubiana per la oramai consueta manifestazione del mercoledì contro il Green pass. Cortei, comunque, diffusi in tutto il paese, per quella che doveva essere “la protesta delle proteste”. Nella capitale, ancora una volta i manifestanti si sono scagliati contro le limitazioni ed hanno chiesto l’abrogazione del criterio GVT (Guarito, vaccinato o testato). Soliti strali contro la classe politica, con più di qualche auspicio che si aprano le patrie galere per i parlamentari. Dito puntato anche contro i giornalisti (e la RTV di Slovenia in particolare) che non darebbero spazio al confronto tra gli esperti del governo ed una serie di “autorevoli scienziati” (il virgolettato è d’obbligo) che propugnano tesi ben diverse sul virus e sulla presunta pericolosità del vaccino.
In piazza riferimenti anche a Trieste, definita la capitale italiana della rivolta ed un esempio di collaborazione tra vaccinati e non vaccinati: tanto che è stato anche fatto proprio, traducendolo in sloveno, lo slogan dei manifestanti triestini: “la gente come noi non molla mai”. La protesta giuliana, però, sembra aver ispirato anche i toni dell'odierna manifestazione, che questa volta si è fatta più giocosa. A fare da maestri di cerimonia un gruppo di percussionisti, che sono anche riusciti a trascinare i manifestanti in un girotondo ed a farli ballare al ritmo dei tamburi. Una di loro non ha mancato di purificare la piazza, accendendo in un incensiere una serie di erbe e disperdendo il fumo tra i musicisti e quelli che gli stavano intorno.
Poi, chiusa ufficialmente la protesta, i manifestanti si sono riversati per le vie di Lubiana. Un giro davanti agli eleganti localini del lungo Ljubljanica e per il centro, accompagnato dall’urlo di “ladri”, “ladri”. Quando il corteo ha raggiunto una delle principali viabili, la polizia si è limitata a chiudere le vie d’accesso per far ritornare i manifestanti in Piazza della Repubblica. Lì le forze dell’ordine hanno preso ad alcuni le generalità prima che tutto si concludesse molto pacificamente.
Stefano Lusa