La Slovenia vuole essere il più grande alleato della Bosnia ed Erzegovina; quindi, fornirà tutto l'aiuto possibile nel suo cammino verso l'Unione Europea. Lo ha annunciato il premier Robert Golob dopo l'incontro con Borjana Krišto, alla guida del governo di Sarajevo. La Slovenia, ha promesso, stanzierà un ulteriore milione di euro dal bilancio statale per l'assistenza tecnica alla Bosnia ed Erzegovina. Krišto ha ringraziato per il supporto dato da Lubiana nella concessione dello status di paese candidato all'adesione; rappresenta un chiaro segnale, ha sottolineato, che il posto della Bosnia ed Erzegovina è nell'Europa comunitaria. Sarajevo aveva presentato domanda ufficiale di adesione all'UE nel febbraio 2016. Nel 2019 la commissione europea aveva posto 14 condizioni per adempiere ai requisiti necessari a ottenere lo status; condizioni, nel frattempo, non ancora rispettate ma, alla luce della guerra in Ucraina e dei conseguenti rischi di destabilizzazione dei Balcani, Bruxelles ha deciso a metà dicembre 2022, di aprire formalmente la strada al processo di adesione. Golob ha valutato che proprio il conflitto ucraino, causato dall'aggressione russa, ha contribuito in modo significativo al cambiamento dell'atmosfera a Bruxelles, quando si tratta dell'allargamento dell'Unione ai Balcani occidentali. Un cambiamento storico ha rilevato. Per 20 anni, il processo è stato bloccato da cosiddette questioni tecnico-amministrative. Oggi l'allargamento dell'UE è diventato invece una questione politica, e questo momento deve essere sfruttato, ha sottolineato Golob. A proposito delle 14 condizioni da rispettare, ha consigliato di risolvere dapprima quelle meno complesse, come segno di volontà nel voler rispettare la tabella di marcia. All'interno dell'UE è in corso un dibattito su come condurre al meglio il processo di integrazione con i paesi interessati. Uno degli scenari, appoggiato anche dalla Slovenia, prevede un allargamento a fasi; ciò significa che il singolo paese avrebbe dei benefici concreti già durante il processo di avvicinamento, prima dell'ingresso vero e proprio, soprattutto in tre settori: istruzione, giovani e sviluppo economico. Per quanto riguarda la Bosnia ed Erzegovina, Borjana Krišto ha evidenziato che il Consiglio dei ministri da lei presieduto dovrà dedicare particolare attenzione anche al dialogo politico interno, considerato che è uno stato con tre popoli costitutivi. C’è l'obbligo di garantire determinati cambiamenti costituzionali e una riforma della legge elettorale che rispettino i principi dell'uguaglianza.
Delio Dessardo