Le aspettative erano molto alte e continuano ad esserlo, i cittadini attendono ora di vedere i risultati. A un anno dalle elezioni parlamentari il Movimento Libertà di Robert Golob e il Partito Democratico di Janez Janša continuano ad avere il maggior sostegno sulla scena politica. Come rilevato da Andraž Zorko, dell'agenzia demoscopica Valicon, attualmente stiamo assistendo ad uno scenario contrassegnato da due formazioni politiche con un forte sostegno, mentre le altre forze dell'arco parlamentare, Socialdemocratici, Sinistra e Nuova Slovenia seguono a notevole distanza. La coalizione di governo sta avendo un calo di consensi, che però è ancora ben lontano da quello registrato un anno dopo il voto da compagini di governo precedenti, come quelle guidate dallo stesso Janša o da Miro Cerar. Tra le cause di questa flessione, la principale viene individuata nella situazione in cui si trova il sistema sanitario, da mesi al centro dell'attenzione per una riforma che si presenta molto complessa e di cui si parla quotidianamente. Potrebbero aver influito anche provvedimenti per alcuni versi impopolari, già approvati o in cantiere nel quadro delle annunciate riforme, tutto dipende però, così Zorko, da come vengono spiegati all'opinione pubblica. Nei giorni scorsi il Consiglio del Movimento Libertà, principale forza della coalizione di governo, ha discusso il programma di lavoro fino alla fine dell'anno e nell'occasione il leader del partito e premier Robert Golob ha promesso che d'ora in avanti non verranno più fatte promesse pubbliche, si lavorerà invece duramente per informare poi dei risultati quando arriveranno. Ribadito che la priorità del programma di governo resta la riforma della Sanità; sono tre le leggi fondamentali in questo ambito: sulla digitalizzazione della sanità, sulla ristrutturazione dell'Istituto nazionale per l'assicurazione sanitaria, sull'assistenza e sull'assicurazione sanitaria. Restano in cantiere anche altre due riforme considerate fondamentali, quella fiscale e quella del sistema salariale nel pubblico impiego.
Delio Dessardo