L'esecutivo di Lubiana ha stabilito che è necessario inserire al più presto l'infezione da vaiolo delle scimmie, endemico in Africa, nel primo gruppo di malattie infettive, per le quali - per legge - tutti gli operatori sanitari sono tenuti a registrare i casi, come ci ha insegnato il Covid. In questo modo l'Istituto nazionale di salute pubblica può avere una base giuridica adeguata a stabilire la sorveglianza epidemiologica di questa malattia, il trattamento epidemiologico dei casi e dei loro contatti stretti e per fornire tutte le informazioni necessarie alle istituzioni internazionali.
Nel mondo aumentano i casi di vaiolo delle scimmie. In Italia sono saliti a sei i casi confermati. Cinque persone sono ricoverate allo Spallanzani di Roma, tutti in buone condizioni cliniche, e sono in corso accertamenti su altri casi sospetti, mentre il sesto caso è stato confermato in Lombardia, dall'Ospedale Sacco di Milano. Sono, invece, aumentati a 36 i nuovi casi in Spagna dove sono in corso analisi più approfondite per capire se si tratta di vaiolo delle scimmie. In Inghilterra invece il numero dei casi confermati è 56.
Il Portogallo ha ottenuto la prima sequenza del virus, somiglia a un altro microrganismo responsabile di alcuni casi a Singapore, nel Regno Unito e in Israele, tra il 2018 e il 2019. Il sequenziamento dei portoghesi, insieme ai risultati del sequenziamento, attualmente in corso, in altri paesi del mondo, dovrebbe rendere chiaro se una sola variante del virus del vaiolo abbia provocato tutti i casi dell'attuale epidemia. Nel resto del mondo sono oltre i 190 i casi identificati. La situazione è complessa e con molti punti ancora da chiarire, ma l'Oms rassicura. Il vaiolo nel passato è stato un grave flagello capace di uccidere il 30% delle persone infette ma grazie a una capillare campagna vaccinale negli anni '60 e '70 è stato eradicato, di fatto è l'unico patogeno finora completamente eliminato.
Corrado Cimador