La ventenne, ricoverata al policlinico di Lubiana - secondo le informazioni del portale MMC di RTV Slovenia - sarebbe clinicamente morta in seguito ad un ictus. A causa della sequenza temporale con la vaccinazione con il siero Johnson&Johnson, il caso è stato segnalato all'Istituto nazionale di salute pubblica come possibile effetto collaterale.
La giovane, in pericolo di vita, è stata ricoverata lunedì mattina; nonostante le urgenti cure la sua situazione non è migliorata. Secondo quanto reso noto dal policlinico, al momento si trova in terapia intensiva in condizioni critiche.
"Effetti collaterali del genere si verificano soltanto in alcuni casi su un milione e non ce lo aspettavamo", ha affermato Bojana Beović, a capo del gruppo consultivo per la vaccinazione. "Finora non abbiamo avuto avvertimenti seri di dover limitare la vaccinazione con il siero Janssen. È un tragico evento e personalmente credo che in questo momento non dobbiamo più rischiare; quindi, ritengo che in Slovenia dovrebbero essere fermate le somministrazioni di questo vaccino, indipendentemente dal parare dell'Agenzia europea per i medicinali e da quello di altri paesi che lo usano". Beović, che si dice inoltre favorevole ad uno stop temporaneo delle vaccinazioni con il siero Johnson&Johnson fino a quando la situazione non sarà esaminata a fondo. Il gruppo di esperti per la vaccinazione si è riunito ieri sera a riguardo.
Il ministro della Salute, Janez Poklukar, ha affermato che le istituzioni competenti esamineranno il caso. È necessario che siano l'Istituto nazionale di salute pubblica, che segue in modo trasparente tutti le complicazioni nate dalle vaccinazioni, e l'Agenzia pubblica per i medicinali e i dispositivi medici, a rispondere alle domande sull'accaduto. Poklukar ritiene che - nel caso venisse scoperto che le condizioni della giovane siano legate alla vaccinazione - entrambe gli enti istituiranno una commissione presso il Ministero della Salute, che esaminerà tutti i documenti ovvero che farà tutto il necessario per chiarire definitivamente la questione.
Intanto è stato confermato un sicuro legame tra la vaccinazione con il siero Johnson&Johnson e la morte della moglie di un diplomatico sloveno, avvenuta a maggio a Bruxelles.
In Slovenia invece, quello della ventenne ricoverata al policlinico di Lubiana sarebbe il secondo caso di effetti collaterali gravi dovuti alla vaccinazione con un siero anti-Covid. Lo si evince dai dati della clinica neurologica. Entrambi i casi si sono verificati in donne sotto i 50 anni, vaccinate con un siero a vettore virale. Nel primo caso le cure hanno avuto successo.
Finora nel Paese sono state somministrate quasi 120 mila dosi del vaccino Johnson&Johnson. L'interesse dei cittadini sloveni per la vaccinazione con il siero Janssen nelle ultime settimane ha infatti superato le forniture previste. A causa delle nuove restrizioni e dell'obbligo del rispetto dei criteri GVT (guarito, vaccinato, testato) per accedere alla maggior parte di attività e servizi, nonché dell'introduzione dell'obbligo di vaccinazione o guarigione per i dipendenti dell'amministrazione statale, numerose persone preferiscono vaccinarsi proprio con il vaccino Johnson&Johnson, proprio perché monodose. In base alla situazione epidemiologica e dell'interesse espresso dai cittadini, il governo ha approvato la proposta di acquistare ulteriori 100.000 dosi. Secondo quanto reso noto dal Ministero della Salute, sarà l'Ungheria a vendere alla Slovenia le dosi aggiuntive; Budapest è infatti attualmente in possesso di scorte superiori alle effettive esigenze di vaccinazione con questo siero.
E. P.