L’investitura formale da parte del governo è arrivata da poche ore, ma Tomaž Vesel è già al lavoro. O meglio, il lavoro che prima era sottotraccia può adesso uscire allo scoperto, perché il confronto su obiettivi e desideri della Slovenia nella prossima commissione europea sono in corso da tempo. Il candidato in pectore ha detto che è prematuro indicare qualunque tipo di preferenza, ma ha comunque dichiarato che avrebbe piacere a guidare una commissione fra bilancio, amministrazione e allargamento dell'Unione europea. Si tratta solo di una prima mossa, perché a questa affermazione ne è subito seguita un’altra nella quale sostiene di voler confrontarsi anche con i partiti d’opposizione. Vesel infatti sa che, anche se il consenso trasversale è praticamente impossibile, il gioco delle parti richiede che ci sia un equilibrio fra tutte le varie forze politiche. Un assaggio di questi equilibri sottili lo ha già avuto all’inizio della sua candidatura, quando dalla stessa maggioranza erano state sollevate perplessità sul suo conto. Dubbi che, a onor del vero, erano diretti al premier per il metodo scelto per identificare il candidato commissario piuttosto che al profilo di Vesel, apprezzato per la sua competenza. Qualche timore residuo per i rapporti con i due partiti d’opposizione comunque rimane, perché da presidente della Corte dei Conti non ha esitato sollevare dubbi nella gestione degli approvvigionamenti di mascherine e altro materiale protettivo durante la pandemia, quando al governo c’erano appunto i Democratici e Nuova Slovenia. Ma il punto, ha spiegato Vesel, è che bisogna separare la professionalità dalle relazioni personali.
La strada per Bruxelles è comunque ancora lunga. Dopo il primo confronto informale con Ursula von der Leyen, Vesel dovrà passare in Camera di Stato alla commissione affari europei, e poi fare lo stesso nella commissione competente dell’Europarlamento. Solo in autunno inoltrato, se non oltre, Vesel come tutta la commissione entreranno nel pieno delle loro funzioni.
Valerio Fabbri