Foto: Benjamin Beci/Fixmedia
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Con 15 voti a favore e 10 contrari, il Consiglio di Stato, riunito per una sessione straordinaria, ha deciso il veto sospensivo alla normativa sui rapporti di lavoro su proposta del gruppo d'interesse dei datori di lavoro. Questi hanno, tra l'altro, richiamato l'attenzione soprattutto sul processo di preparazione e adozione degli emendamenti alla legge che, secondo i datori di lavoro, non rispetta le regole del dialogo sociale. "Le organizzazioni dei datori di lavoro, durante le trattative, si sono ritrovate in una posizione nettamente peggiore", ha detto Mitja Gorenšček, direttore esecutivo della Camera di Commercio della Slovenia per il dialogo sociale. Gorenšček ha poi sottolineato anche dei dubbi riguardo alcuni decreti-legge, che potrebbero essere addirittura in contrasto con la Costituzione.
Il segretario di Stato presso il Ministero per il Lavoro, Igor Feketija, ha respinto le accuse secondo cui, durante le trattative, la parte dei datori di lavoro sarebbe stata "dimenticata". Ha poi affermato di comprendere il diritto di veto sospensivo e il diritto di ogni gruppo a difendere i propri interessi, aggiungendo che "tuttavia il fatto che l'emendamento sia già stato adottato a maggioranza assoluta e che si avvicina la scadenza per il recepimento di due direttive europee" non può essere ignorato.
L'emendamento alla legge sui rapporti di lavoro, basato sulle direttive europee, conferisce ai lavoratori una serie di diritti, tra i quali 5 giorni di congedo non retribuito per la cura di un familiare e il diritto di richiedere al datore di lavoro una forma di lavoro più sicura. Tra le soluzioni figurano anche la tutela dei rappresentanti sindacali e delle vittime di violenza domestica, compreso il diritto, per questi ultimi, a 5 giorni di ferie pagate.
La Camera di Stato dovrà nuovamente esprimersi a riguardo, per l'approvazione però saranno necessari 46 voti a favore.
Con 17 i voti a favore e 5 contrari, il Consiglio di Stato ha votato anche contro la modifica proposta alla legge sugli stranieri che intendeva introdurre un nuovo livello di conoscenza della lingua slovena, denominato "livello di sopravvivenza" per gli stranieri che lavorano nel paese, anziché il livello A1. I membri del Consiglio di Stato hanno criticato questa modifica principalmente perché non è stata data una chiara definizione di questo nuovo livello, il che crea un'ingiustizia anche per gli insegnanti, che non hanno un quadro di valutazione per questo nuovo standard.