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Dopo anni di sforzi e battaglie legali, i dipendenti dell'esercito sloveno hanno ottenuto il riconoscimento delle ore di disponibilità come tempo di lavoro, sia sul posto di lavoro che in altre sedi. Ciò significa che, d'ora in avanti, riceveranno una retribuzione pari al 100% della loro tariffa oraria per tale periodo. In precedenza, le ore di disponibilità venivano retribuite solo parzialmente, con percentuali che variavano dal 20% al 50%, dando origine a numerose controversie legali tra il Sindacato dei soldati e le autorità. Nel luglio 2021, la Corte dell'Unione Europea ha dato ragione ai soldati, e nel 2022 anche la Corte Suprema slovena ha confermato tale posizione. A seguito di queste sentenze, e con l'introduzione di un nuovo contratto collettivo che fa parte della riforma del sistema salariale pubblico, è stato stabilito chiaramente che le ore di disponibilità, in determinati contesti, sono da considerarsi tempo di lavoro effettivo. Tuttavia, la disponibilità a casa continua ad essere retribuita solo al 20%.
Fino a oggi, 1610 soldati hanno intentato cause legali per ottenere il pagamento integrale delle ore di disponibilità come tempo di lavoro, sia sul posto di lavoro che in altre sedi. Le mediazioni legali hanno portato al pagamento di quasi 787 mila euro. Inoltre, fino al 31 dicembre 2024, i soldati coinvolti nella sorveglianza e nel pattugliamento dei confini statali riceveranno il pagamento completo per le ore di disponibilità. Tuttavia, le attività di addestramento e le esercitazioni non saranno considerate come orario di lavoro ai fini della retribuzione completa.
In sintesi, i soldati sloveni saranno pienamente retribuiti per le ore di disponibilità in luoghi specifici, ma non per quelle svolte in alcune attività particolari, come la formazione o le esercitazioni ai poligoni.
Corrado Cimador