Foto: BoBo
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Voce del Popolo ha deciso di gridare nella piazza principale di Lubiana la sua rabbia per l’ennesima promessa non mantenuta da parte del governo. In attesa della marcia pacifista contro il paventato riarmo della Slovenia, l’iniziativa civica guidata da Jaša Jenull ha voluto condannare pubblicamente la lettera dei ministri delle Finanze e della Salute, Klemen Boštjančič e Valentina Prevolnik Rupel, con la quale chiedevano alla coalizione di rivedere il passaggio della legge di riforma sanitaria che, di fatto, elimina la redditività dei concessionari privati. Secondo Jenull, la posizione del governo è contraria agli impegni presi in merito alla separazione del profitto privato dalla sanità pubblica. Ma il vero timore è che l’esecutivo sia impegnato a portare avanti gli interessi dei concessionari privati nel sistema sanitario sloveno. In ballo c’è anche una doppia sentenza della Corte Costituzionale, che in passato si è espressa a favore della libera iniziativa economica, altrimenti limitata dalla nuova disposizione di legge. Per Jenull la questione è però anche politica, perché a gennaio Voce del Popolo aveva presentato in parlamento, tramite i parlamentari Miha Kordiš e Mojca Šetinc Pašek, la bozza di riforma sanitaria elaborata dall’iniziativa civica. Proposta poi ritirata dopo l’impegno sottoscritto dai parlamentari della coalizione di includere nel progetto di legge di iniziativa governativa una disposizione riguardante la non redditività dei concessionari. Dalle promesse ai fatti, l’impegno è stato confermato da tutti e tre i gruppi parlamentari della maggioranza anche dopo la lettera dei due ministri. Un corto-circuito fra parlamento e governo che potrebbe avere ripercussioni sulla stabilità dell’esecutivo.

Valerio Fabbri