Foto: BoBo/Borut Živulović
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Al primo posto l'accesso all'acqua potabile in tutti gli insediamenti rom, per la presidente Pirc Musar si tratta di un diritto fondamentale dell'uomo che deve essere garantito a tutti i cittadini del paese, come sancito anche dalla Costituzione slovena. Altro tema la scolarizzazione e l'alta percentuale di bambini rom tagliati fuori dal processo educativo e la scarsa conoscenza della lingua slovena, che frena l'inclusione sociale. La presidente ha rivolto un accorato appello alle madri rom di mandare i bambini all'asilo e a scuola, questo garantirà loro un futuro migliore, ha aggiunto.

Durante la consultazione al palazzo presidenziale, al quale oltre ai rappresentanti della comunità rom a vari livelli erano presenti anche esponenti del Governo tra cui il direttore dell'Ufficio nazionalità Stane Baluh, è stata evidenziata la difficoltà di alcune famiglie rom di acquistare terreni edificabili o di risolvere la questione abitativa perchè ostaggiate dalle stesse amministrazioni comunali. I rappresentanti rom hanno lamentato un generale peggioramento delle condizioni di salute negli insediamenti abusivi e la mancanza presenza degli operatori sociali. Pirc Musar ha denunciato l'aumento dei casi di discriminazione, segregazione e linguaggio d'odio nei confronti dei rom. L'odio non risolverà i problemi, ha aggiunto il capo dello Stato. Il presidente dell'Unione dei rom della Slovenia Jožek Horvat Muc ha detto che nei comuni dove c'era e c'è la volontà politica è stato fatto molto per i villaggi rom, se invece manca questa volontà politica nè i soldi, nè le opportunità, nè le leggi potranno fare qualcosa e non ci saranno risultati. Sia la presidente Pirc Musar che i rappresentanti della comunità rom ripongono grande fiducia e speranze per il futuro nel neo costituito gruppo governativo per le questioni rom. (ld)