Henrikh Mkhitaryan è armeno e indossa la fascia di capitano della sua nazionale. Viste le tensioni che intercorrono tra Azerbaijan e Armenia, si è ritenuto di non convocarlo per la finale. Il nocciolo della questione è legato al Nagorno Karabakh. Si tratta di una regione contesa tra i due stati caucasici, che all'indomani dell'indipendenza hanno dato vita a una guerra. Al momento, questo territorio è scontrollato da Yerevan. Le relazioni diplomatiche tra le due nazioni sono interrotte, per cui anche le squadre di calcio non possono affrontarsi. Per esempio il Quarabag, sette volte campione azero, si è trasferito da tempo.
L'Azerbaijan ospita e intende ospitare vari eventi sportivi di livello internazionale (come il Gran Premio di Formula Uno o i recenti Giochi Europei, ma anche alcune partite dei prossimi Europei di calcio del 2020): la non partecipazione del calciatore è percepita come un danno, per cui è stato stilato un piano per garantire la sicurezza. Tuttavia l'Arenal e il suo tesserato hanno ritenuto di lasciare il calciatore a casa.
Lo sport è un fenomeno complesso in una società complessa, per cui sono tanti punti di contatto con il mondo esterno. In questo caso, il calcio incontra direttamente la politica: agli sportivi, agli appassionati e al grande pubblico non rimane altro che constatare malinconicamente che la seconda abbia sconfitto il primo.