L'analisi effettuata dall'Istituto nazionale per la salute pubblica mostra che in Croazia è stata superata la soglia di sicurezza stabilita dalla Slovenia, ovvero 10 casi positivi su 100mila abitanti, registrati negli ultimi 14 giorni. Un quadro epidemiologico preoccupante, ha detto Kacin, che induce la Slovenia a togliere la Croazia dall'elenco, verde, dei paesi considerati sicuri declassandola nella lista gialla.

In questo caso non è ancora previsto l'obbligo della quarantena di 14 giorni al rientro in Slovenia, ma si raccomanda a chi deve partire o rientrare dalla Croazia maggiore attenzione. Cercare di mantenere il distanziamento sociale, evitare assembramenti, feste, discoteche e locali riaperti in concomitanza con la stagione estiva dove il rischio contagio è sensibilmente aumentato soprattutto tra i giovani. Una decisione incomprensibile quella di Zagabria ha commentato Kacin in precedenza che ha auspicato un ripensamento dal parte croata con l'adozione di nuove misure restrittive per contenere la diffusione del virus.

Anche il Governo sloveno nella seduta per corrispondenza ha dato il via libera al provvedimento che riduce gli assembramenti da 500 a 50 persone, ad eccezion fatta per i grandi eventi organizzati dove si possono rispettare tutte le misure di contenimento anticovid con il permesso delle autorità sanitarie.

Nell'ultimo periodo, ha ricordato ancora Kacin, è stata registrata un'impennata dei casi di coronavorus in tutti i Balcani, 44 nuovi contagi dall'inizio del mese sono stati importati dall'estero di cui solo 16 dalla Serbia, 15 dalla Bosnia e 6 dal Kosovo, paesi che si trovano sulla lista rossa a rischio per i quali vale l'obbligo di quarantena di 14 giorni. Uno solo il caso importato dalla Croazia. (ld)

Foto: MMC RTV SLO
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