Un quinto dei cittadini europei è a rischio povertà o esclusione sociale. Si parla di 94,6 milioni di persone, che dispongono di un reddito insufficiente per condurre una vita dignitosa e che soffrono di gravi privazioni materiali e sociali. Le categorie più a rischio sono le donne, i giovani adulti, i poco istruiti e i disoccupati. La condizione lavorativa è di gran lunga la variabile che influisce di più sul rischio di povertà o esclusione sociale, che colpisce il 66,3% delle persone senza lavoro. Ma è preoccupante anche il dato sui pensionati (18,7%0) e sugli occupati (11,3%) che si trovano sulla soglia di povertà nonostante percepiscano reddito. I dati per la Slovenia, dicono le statistiche, sono nella media europea. Lo scorso anno 264 mila ersone, ovvero il 12,7% della popolazione, con reddito, viveva sotto la soglia di povertà. Sottoposto all'esclusione sociale il 13,7% della popolazione. 41 mila persone vivono una grave deprivazione materiale, che indica l'impossibilità di permettersi alcuni beni, in questo caso almeno 7 dei 13 elementi di disagio.
Il ministro sloveno del lavoro Luka Mesec, in occasione della giornata, ha sottolineato che la povertà rimane un grave problema della nostra società nonostante i progressi. Tuttavia, grazie alle buone politiche sociali, ha detto il ministro, la Slovenia è riuscita a ridurre drasticamente l'esclusione sociale. La povertà oggi non significa solo la mancanza di beni essenziali come cibo, acqua e vestiti, ma anche esclusione sociale e accesso limitato alla sanità, all'istruzione, alla casa e un'occupazione precaria, ha affermato Mesec. Secondo il ministro le persone più esposte alla povertà sono i lavoratori a basso reddito, gli anziani con pensioni basse e i giovani con lavori precari. Tra le misureche hanno permesso di ridurre l'esclusione sociale e materiale grave Luka Mesec ha citato tra gli altri l'aumento del salario minimo di oltre il 40% negli ultimi cinque anni. (ld)