Un tweet, quello di Giovanni Toti, che ha scatenato la dura reazione di moltissime persone e che è riapparso su milioni di bacheche di utenti internet italiani. Un messaggio che spiegava come la maggioranza dei morti per coronavirus siano persone "per lo più in pensione, non indispensabili allo sforzo produttivo del paese". Una frase che suona terribile e per la quale in molti hanno chiesto le dimissioni del governatore della Liguria, tacciato di aver usato "parole da nazista".
Toti si è scusato per la forma, ma non ha fatto alcun arretramento sulla sostanza ed ha "scaricato" la colpa su un suo assistente, dichiarando: "Il mio collaboratore che ha commesso l'errore in una live tweet, come me, si scusa, imparerà e migliorerà. Ma non lo farà una classe dirigente ipocrita, meschina, che la butta in gazzarra e non vuole vedere la realtà drammatica che abbiamo di fronte". Ha poi aggiunto: "È un passaggio scritto in modo maldestro e mi dispiace se ha ferito qualcuno. Ma la sostanza è chiarissima. Non è piacevole chiedere sacrifici alla popolazione. Ma per il nostro presente e il nostro futuro, è più giusto adottare politiche che contengano il danno proteggendo i più fragili e più esposti, gli over 75 anni che rappresentano il 90% dei morti, o impedire che vadano a scuola, all'università, a lavoro persone giovani, sane, che spesso sono asintomatici o superano senza problemi la malattia?".
A chi lo accusa che con il suo messaggio fa pensare che il sacrificio delle vite degli anziani sia più accettabile rispetto allo stop delle attività produttive, Toti ha affermato che intendeva il contrario, perché per mandare avanti il Paese e reggere all'emergenza sanitaria serve chi ha le forze e bisogna proteggere chi non le ha. Toti parla quindi di interventi differenziati, prima di pensare ad ulteriori chiusure, ad esempio pensando a fasce orarie dedicate agli anziani.

Davide Fifaco

Foto: MMC RTV SLO
Foto: MMC RTV SLO