Foto: MMC RTV SLO
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Mentre il paese si trova in piena terza ondata, il governo ha apportato alcuni cambiamenti al sistema del semaforo che gli esperti hanno adattato alla situazione attuale.

Il direttore dell’istituto di sanità Milan Krek ha però voluto iniziare il suo intervento con quella che è sicuramente una notizia positiva ossia il raggiungimento dei 300 mila vaccinati, in questo momento nel quale il paese sta andando vero la fase rossa o nera entro la prossima settimana in tutte le regioni.

I dati nel mondo e nel paese sono, infatti, preoccupati e la Slovenia continua ad avere un’incidenza media di contagi ancora alta rispetto agli altri paesi del continente, mentre fortunatamente la mortalità è scesa.

Il ministro della salute Janez Poklukar vista la situazione ha ripreso le preoccupazioni di Krek, per introdurre il tema del nuovo semaforo che ha subito alcuni cambiamenti. Nella fase nera che scatta quando si superano la media di 1350 casi è prevista la scuola in presenza solo per la prima triade e gli asili, entrano in vigore il coprifuoco e le limitazioni agli spostamenti, mentre restano aperti solo i servizi essenziali e sono permessi gli sport individuali.

Nella fase rossa, che scatta tra i 1350 casi e i 1000, e che visto l’andamento dei dati sarà realtà il prossimo lunedì, restano aperti gli asili, le scuole elementari in presenza e quelle superiori secondo il modello C e riprende anche parzialmente l’attività universitaria con esami e seminari che vedano la partecipazione al massimo di 10 persone. Musei, librerie e gallerie saranno nuovamente accessibili come alcuni servizi commerciali (parrucchieri, meccanici e gommisti), sarà possibile svolgere attività sportiva non di contatto fino a 10 persone e lo sci. Cancellato anche il coprifuoco ma resta il divieto di assembramento nei luoghi pubblici, dove continua ad essere in vigore l’obbligo di utilizzare la mascherina nei luoghi chiusi e in quelli aperti se non si può garantire la distanza di due metri.

Sotto i mille casi si entra nella fase arancione nella quale le facoltà riprendono parzialmente la loro attività, sono permessi assembramenti fino a 10 persone, riaprono tutti i servizi commerciali e i dehors, vengono eliminati i limiti per il passaggio tra le regioni.

Sotto i 600 casi si entra nel verde chiaro con la riapertura delle strutture turistiche e la ripresa regolare dell'istruzione universitaria; infine con il verde più profondo, che scatta sotto il 300 positivi, si ritorna finalmente alla vita normale.

Barbara Costamagna