Foto: SKGZ
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Sarà nuovamente Ksenija Dobrila a guidare l’SKGZ, l’Associazione Culturale Ed Economica Slovena, una delle due organizzazioni maggiorente rappresentative della comunità slovena in Italia. La Presidente uscente è stata riconfermata alla guida dell’organizzazione con il 75 per cento dei voti dei delegati presenti al congresso, celebrato sabato scorso a Gorizia.
Un secondo mandato in cui, dopo tre anni segnati dalla pandemia e da cambiamenti di governo, sia in Italia sia in Slovenia, che hanno complicato i rapporti con le istituzioni, è necessario guardare al futuro.
Presidente il mandato precedente è stato, diciamo la verità, segnato dalla pandemia e da cambiamenti di governo, un periodo assolutamente non facile, ma nel suo intervento lei si è concentrata soprattutto sul futuro e sulla necessità di coinvolgere i giovani.
“Per l’SKGZ del futuro uno degli obiettivi principali è proprio coinvolgere i giovani, nei processi della nostra organizzazione, ma anche nella vita civile organizzata in Italia, e sostenere le attività delle nostre organizzazioni giovanili, gli eventi e le iniziative proposte, così come creare delle opportunità di partecipazione giovanile, questo mi sembra basilare per il nostro futuro”.
Mi scusi se ritorno al passato, ma in questi tre anni, che non sono stati facili, l’SKGZ, accanto alle altre organizzazioni della comunità slovena in Italia, sono state molto attive per favorire la convivenza tra i confini, per superare le chiusure delle frontiere tornate con la pandemia: secondo lei questo ruolo ha avuto un effetto positivo sull’organizzazione e sulla percezione che si ha dell’SKGZ, anche al di fuori della comunità slovena?
“Sì, perché ci siamo adoperati tanto, in quel periodo difficile, quando abbiamo visto materializzarsi davanti ai nostri occhi nuovamente delle barriere sul confine che pensavano superate, e abbiamo veramente smosso tutte le istituzioni, tutti i canali istituzionali, regolari e di comunicazione, per poter ovviare alle difficoltà che si presentavano ogni giorno in modo differente. Siamo stati dei mediatori e anche dei comunicatori importanti in quel in quel periodo​, e speriamo di esserlo in futuro anche per cose più costruttive”.
Se dovesse isolare una o due cose che a cui dare la priorità in questo prossimo mandato, quali sono, oltre alla partecipazione giovanile?
“Noi tutti ci adopereremo per poter assicurare il diritto alla partecipazione politica della comunità linguistica attraverso un seggio garantito in Parlamento. Questo è un diritto che avevamo già conquistato in tutti questi anni, una grande opportunità, e il venir meno di questa figura di parlamentare ci sembra veramente una cosa deleteria per tutta la minoranza.”
Ma voi puntate a una soluzione politica, con un accordo con i partiti per candidare un esponente della minoranza nelle liste, oppure a una soluzione diciamo alla slovena, cioè con un seggio garantito per un rappresentante della comunità?
“Quello del seggio garantito è l’obiettivo massimo, ma richiede parecchi passaggi per fissare il diritto costituzionale e molto tempo. Rimane l’obiettivo finale da raggiungere, ma sarebbe già una gran cosa fissare nella legge elettorale un seggio aggiuntivo per la comunità. Questo è un obiettivo molto importante che però, purtroppo, non va nel senso dell'implementazione dei diritti e della vita partecipativa, perché tutto sommato ci battiamo per qualcosa che avevamo già da 50 anni. Ci sono poi altri sono obiettivi in tutti i campi della nostra attività e della nostra vita civile organizzata, nell'economia, nell'agricoltura, per quanto riguarda i diritti linguistici, l'istruzione, lo sport, la cultura, i media e l'attività sociale, così come la ricerca e la cura della nostra identità. Questi sono i campi d'azione dove vogliamo sviluppare dei contenuti e delle idee”.
In un mandato complicato da fattori esterni, c’è stato però un obiettivo raggiunto molto importante come la restituzione del Narodni Dom, che probabilmente arriverà a compimento durante questo mandato…
“L’obiettivo più importante già stato raggiunto, per quanto riguarda il passaggio legislativo e lo stanziamento dei fondi, adesso dobbiamo concludere tutti gli accordi necessari affinché l'edificio diventi veramente la sede delle nostre delle nostre organizzazioni, ma anche un centro di aggregazione aperto a una comunità più ampia”.

Alessandro Martegani