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Con Francesco Ruzzier, critico cinematografico, alla 77.ima edizione del Festival cinematografico internazionale di Cannes.
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Il meglio delle interviste proposte nell'arco della settimana a "Calle degli orti grandi". Gostje v jutranji razvedrilni oddaji "Calle degli orti grandi".
Con Francesco Ruzzier, critico cinematografico, alla 77.ima edizione del Festival cinematografico internazionale di Cannes.
Il meglio delle interviste proposte nell'arco della settimana a "Calle degli orti grandi". Gostje v jutranji razvedrilni oddaji "Calle degli orti grandi".
Il meglio delle interviste proposte nell'arco della settimana a "Calle degli orti grandi". Gostje v jutranji razvedrilni oddaji "Calle degli orti grandi".
Maurizio Bekar intervista lo scrittore Diego Marani sul ruolo delle minoranze nella società di massa. La conversazione prende spunto dal suo recente romanzo breve "L'uomo che voleva essere una minoranza" (La nave di Teseo). L'intervista è stata realizzata nell'ambito del progetto multidisciplinare transfrontaliero "Quanto vale un petalo?" promosso dalla cooperativa Curiosi di natura e incentrato sulla biodiversità che prevede vari tipi di appuntamenti tra scienza, cultura, arte e documentari video-audio.
Dal 26 al 29 gennaio è in scena al Teatro Bobbio di Trieste »Amori e sapori nelle cucine del Principe«, nuova coproduzione del Teatro La Contrada e dell'EAR Teatro Di Messina. Uno spettacolo che si dipana tra succulenti litigi, ricatti, ironia, sarcasmo e umorismo attraverso lo scontro di Teresa (Tosca D'Aquino) e Monsù Gaston (Giampiero Ingrassia), i due capocuochi, uno invidioso dell'altra, che gareggiano tra i fornelli e per ottenere le attenzioni del Principe. Il testo è di Roberto Cavosi, la regia di Nadia Baldi e in scena troviamo un fantastico cast composto da: Tosca D’Aquino, Giampiero Ingrassia e Giancarlo Ratti, Tommaso D’Alia, Rossella Pugliese, Francesco Godina. E noi non potevamo non chiamare la protagonista dello spettacolo, Tosca D'Aquino per sbirciare assieme a lei nelle cucine del Principe!
Nel Talmud c’è scritto: ““Chi salva una vita salva il mondo intero”. Partendo da questa frase abbiamo voluto celebrare la “Giornata della memoria” assieme a Rina Brumini, Presidentessa delle signore israelite della Comunità ebraica di Fiume, docente di lingua e letteratura italiana al Liceo di Fiume, con la quale abbiamo parlato di memoria, della Comunità ebraica di Fiume, di storie di persone e di Giovanni Palatucci, il questore di Fiume che aiutò gli ebrei a non cadere nelle mani della Gestapo. La memoria cambia ma ciò che è importante è reagire e non restare a guardare.
Una serata speciale organizzata da enti ed associzioni transfrontaliere per ringraziare i vigili del fuoco e i volontari che hanno contribuito allo spegnimento dell'incendio che ha la scorsa estate ha devastato il Carso. Igor Komel, direttore del Kulturni Dom di Gorizia ci invita a partecipare al concerto di beneficenza "Per il Carso", venerdì 27 gennaio alle 20.
Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia celebra il Giorno della Memoria proponendo la lettura scenica di e con Riccardo Maranzana "Comandante ad Auschwitz" dalle confessioni di Rudolf Höss . Sul palcoscenico anche Riccardo Morpurgo al pianoforte. Lo spettacolo è in scena alla Sala Bartoli alle 19.30 (https://www.ilrossetti.it/it/)
Elena Mora, giornalista e scrittrice, esperta di casa reale inglese commenta il caso editoriale "Spare" e parla del suo nuovo libro "Un amore di nonna" (edizione Paoline) nel quale racconta in modo divertente, appassionato, scanzonato ed emozionante la sua 'nuova esperienza' di nonna di due splendidi nipotini gemelli: Anna e Andrea.
Il 18 e 19 gennaio in seno alla Rassegna di Teatro contemporaneo AiFabbri2 promosso da La Contrada di Trieste, è andato in scena “Sala Party”, monologo di e con Giustina Testa, per la regia di Daniela Dellavalle e prodotto da Teatrobàndus. “La storia di una donna chiamata a scegliere per la vita di suo figlio, di un’interruzione di gravidanza drammatica, ma illuminata anche da quel meccanismo caustico, fatto di ironia istintiva, che si attiva nelle situazioni disperate per proteggerci.” Lo spettacolo invita a sospendere il giudizio su un tema così privato e delicato quale l’aborto terapeutico, e di questo ed altro ancora abbiamo parlato in camerino assieme a Giustina Testa poco prima dello spettacolo.
"Il mondo è interessante più delle idee che abbiamo di lui", così Claudio Visentin, esperto di turismo e di viaggi, docente di storia del turismo all'Università della Svizzera italiana di Lugano ospite di Marisa Macchi per parlare di viaggi e destinazioni di tendenza nel 2023, ma anche per riflettere su quanto le previsioni dei grandi big del setteore turistico siano davvero attendibili.
A fine maggio del 2022 Rosanna Bubola, per realizzare la puntata di Calle degli orti grandi, è entrata nella Casa circondariale “Ernesto Mari” di Trieste, meglio conosciuta come Coroneo, per assistere allo spettacolo “QUESTO IMMENSO. Dialoghi con il tempo e con il cuore umano”, nato quale performance conclusiva del corso di formazione alla pratica teatrale “Rinascere dalle ceneri” promosso da Enaip FVG, dalla casa Circondariale stessa e realizzata dalla Compagnia Fierascena in collaborazione con Il Rossetti – Teatro Stabile del FVG. Dopo lo spettacolo ha avuto luogo una lunga chiacchierata con il direttore Graziano Pujia e con coloro che hanno realizzato lo spettacolo ovvero Elisa Menon, regista e fondatrice della Compagnia Fierascena, Giulia Possamai, assistente al progetto, nonché i ragazzi che vi hanno partecipato: Luis Alberto, Leudy, Aimen, Luca e Leonard. Il dialogo con il direttore porta alla luce carenze e possibili soluzioni per un sistema carcerario che andrebbe riformato e che dovrebbe basarsi sulla formazione, sull’offerta di lavoro, su corsi e spazi adeguati al trattamento dei detenuti. Durante la chiacchierata con Elisa, Giulia e i ragazzi è uscito un quadro di emozioni, richieste, relazioni reali in cui emerge la consapevolezza dell’errore ma anche il desiderio di non essere più etichettati e avere una possibilità lavorativa e di riscatto. Il teatro in carcere è una terapia nella terapia, un modo per conoscersi e confrontarsi con sé stessi e con gli altri, per fermarsi a scavare nel proprio io e sbloccare emozioni sopite. A unire tutti coloro che stanno fuori e dentro il carcere, c’è una costante: il tempo, a cui spesso noi che stiamo fuori non facciamo caso…
Un regista russo visionario, due giovani affascinati dalle sue opere, un filoso francese, una storia che entra nelle vite di ognuno dei protagonisti e che immagina un futuro diverso per la Francia dopo la rivolta studentesca del 1968. Sono gli ingredienti di "Feríta, Giovanna d'Arco, anno 1971 (Mimesis Edizioni) il nuovo romanzo distopico di Sergej Roić, giornalista e scrittore svizzero di origini croate, che insieme a Katarina Dalmatin firma anche un saggio dedicato a Grytzko Mascioni, importante esponente della cultura italiana che nei primi anni '90 ha svolgo l'incarico di direttore dell'Istituto Italiano di Cultura di Zagabria, "Grytzko Mascioni italico" (Armando Dadò Editore).
"Terra Madre" è una mostra fotografica che racconta la sfida della sostenibilità ambientale in Africa attraverso 40 immagini di grandi fotografi. Curata dalla rivista Africa arriva a Trieste negli spazi del Teatro Stabile Sloveno e sarà visitabile fino al 27 gennaio. Ad illustrarcela è Marco Trovato, direttore editoriale della rivista Africa (https://www.africarivista.it/)
A quarant’anni dalla morte di Anita Pittoni, La Contrada Teatro stabile di Trieste e l’Associazione Culturale Amici della Contrada portano in scena la corrispondenza privata della scrittrice e pittrice con Linuccia Saba, figlia del poeta Umberto, nello spettacolo “Epistolario triestino” con la regia di Daniela Gattorno e interpretato dalla stessa Gattorno e da Marzia Postogna, al Teatro dei Fabbri di Trieste dal 5 al 7 gennaio 2023 per la rassegna di Teatro Contemporaneo AiFabbri2. Sabato mattina abbiamo raggiunto telefonicamente l'attrice Marzia Postogna per sapere qualcosa in più sullo spettacolo e su queste due straordinarie figure femminili del ‘900.
Il 16 dicembre si è svolta a Pola la cerimonia di consegna dei premi “Istriana” 2022. Il premio alla cultura è stato conferito a Marianna Jelicich-Buić, ideatrice e promotrice del “Festival dell’istroveneto” per l'impegno nella tutela e valorizzazione del dialetto istroveneto, iscritto nel 2021 nei registri del patrimonio immateriale culturale di Slovenia e Croazia. Sabato mattina a Calle, abbiamo chiamato al telefono Marianna per farci raccontare le emozioni di un premio che giunge dopo un percorso di lavoro e amore verso il proprio idioma e la propria terra.
Gli operatori, i volontari e gli utenti della Cooperativa Sociale "La collina" di Gorizia sono venuti a farci visita a Radio Capodistria! E dopo un giro per gli studi radiofonici abbiamo fatto una lunga chiacchierata per conoscere la loro realtà fatta di volontariato e inclusione, di progetti di lavoro, Itinerari basagliani e caffè da prendere insieme il mercoledì mattina per conoscersi meglio e ascoltare storie di vita. Un grazie a Fulvia, Alessandro, Naomi, Omar, Abigail, Sara e Chiara e un grazie particolare a Stefano che ci raccontato un po' della sua vita e ci ha portato idealmente nella bellezza boscosa dell'Itinerario basagliano di Gorizia.
METTITI NELLE MIE SCARPE Pordenone diventa per tre giorni la capitale dell’empatia: ex Convento di San Francesco, 28-29-30 dicembre 2022 ore 10-20 (ingresso libero). In occasione del Trentennale della Cooperativa Itaca, Fondazione Empatia Milano porta a Pordenone l’opera esperienziale di Empathy Museum di Londra. PORDENONE – Pordenone capitale dell’empatia, per tre giorni l’ex Convento di San Francesco si trasforma in un temporary shop di scarpe, dove chi entra non consuma oggetti ma storie da ascoltare in cuffia, indossando le scarpe donate per l’occasione da coloro che le raccontano, per 10 minuti il tempo di una storia. Il 28, 29 e 30 dicembre 2022 dalle 10 alle 20 con ingresso libero approda nella Città sul Noncello per il Trentennale della Cooperativa sociale Itaca Mettiti nelle mie scarpe, l’opera esperienziale di Empathy Museum di Londra, riadattata e realizzata in Italia da Fondazione Empatia Milano. Sarà una preziosa occasione rivolta a tutti di mettersi nei panni di un’altra persona, camminare realmente nelle sue scarpe, provare le sue emozioni, sogni, speranze, e per valorizzare Pordenone come città inclusiva. A MILE IN MY SHOES – METTITI NELLE MIE SCARPE L’opera d’arte A Mile in My Shoes, titolo della versione originale britannica, si basa sul concetto di empatia elaborato dal filosofo Roman Krznaric, intesa non come una dote innata, bensì una capacità che può essere sviluppata e allenata. Nel suo adattamento italiano, Mettiti nelle mie scarpe, opera ideata dall’artista inglese Clare Patey, oggi direttrice di Empathy Museum, concretizza grazie ad un allestimento esperienziale l’espressione inglese “mettersi nei panni di qualcuno” (walk a mile in someone’s shoes). ITACA 30 ANNI DA VISIONARI DEL BENE COMUNE Presentata in Italia soltanto a Milano, Mettiti nelle mie scarpe è organizzata e promossa a Pordenone dalla Cooperativa sociale Itaca in collaborazione con Fondazione Empatia Milano, e prodotta in Italia da Piano B. Speciali partner il Comune di Pordenone, che ha concesso il proprio patrocinio e inserito l’iniziativa tra gli eventi di “Natale a Pordenone 2022”, e gli sponsor che hanno creduto nel progetto e lo sostengono, BCC Pordenonese e Monsile, CSI – Studio commercialisti Ciganotto Cinelli Salvato, Venchiaredo spa. In occasione del Trentennale di fondazione (1992-2022), Itaca ha scelto di portare all’attenzione dei cittadini e della città di Pordenone il tema dell’empatia, del prendersi e avere cura degli altri, in coerenza con la propria mission che promuove diritti e valori come la solidarietà, dignità umana, inclusione, uguaglianza, libertà e salute. Ci sentiamo dei “visionari del bene comune” – sottolinea il presidente di Itaca, Paolo Castagna – e siamo consapevoli che mantenere vivo il ricordo delle fatiche, dei sogni, dei percorsi e delle storie di chi abbiamo incontrato in questi trent’anni, può generare valore per l’intera comunità di Pordenone. Ecco che ascoltare dalla viva voce dei protagonisti la loro storia con le loro fragilità, e ascoltare come e con chi quelle fragilità siano state affrontate e a volte – ma non sempre – superate, ci consente non solo di immedesimarci, di empatizzare, ma anche di comprendere la dimensione dell’impegno quotidiano che abbiamo portato avanti in questi primi trent’anni con e a favore delle persone. Ho un ricordo lontano, una lettura inizialmente scolastica che ho ripreso in età matura, “Il mestiere di vivere” di Cesare Pavese e, dunque, il mestiere di impegnarsi. 31 STORIE REALI DI ORDINARIA FATICA E QUOTIDIANA NORMALITÀ All’ex Convento di San Francesco il 28, 29 e 30 dicembre chi entrerà troverà un negozio di scarpe: ne potrà scegliere un paio, le calzerà e camminerà all’interno del Chiostro per una decina di minuti, ascoltando in cuffia la storia del proprietario di quelle scarpe raccontata dalla sua voce. A disposizione 31 podcast originali, 21 in italiano e 10 in inglese, che testimoniano storie reali di ordinaria fatica e quotidiana normalità, scelte, raccolte e registrate nel corso del 2020 dallo staff di Fondazione Empatia Milano per stimolare l’esercizio empatico, proponendo intenzionalmente anche prospettive e punti di vista disturbanti e sconosciuti. I podcast sono stati poi montati dai registi Massimo D’Anolfi e Martina Parenti e musicati dal compositore Massimo Mariani. Sarà un modo semplice e immediato per empatizzare con chi è diverso o lontano da noi, gli avventori potranno entrare con il corpo e con il cuore in un universo intimo e raccolto, nel quale vivere emozioni per uscirne con una nuova consapevolezza e obiettività. PORDENONE CAPITALE DELL’EMPATIA Mettiti nelle mie scarpe è un allestimento esperienziale, un enorme temporary shop che contiene storie che parlano di empatia e inclusione, amore e maternità, difficoltà e riscatto, del "semplice e straordinario" che si trova nelle vite di ciascuno di noi. Camminare nelle scarpe altrui assume una valenza immensa, diventa baluardo contro facili generalizzazioni, stereotipi e pregiudizi. Un atto rivoluzionario, che richiede il coraggio di frequentare per 10 minuti la vita di un'altra persona, essere lui/lei, vedere quella vita con i suoi occhi. Un evento che offrirà l’opportunità di valorizzare Pordenone come città inclusiva, capace di dare ascolto a fragilità e vulnerabilità, come anche ai punti di forza dei propri cittadini, contribuendo alla crescita del senso di appartenenza, ad una comunità accogliente e coesa. RACCOLTA FONDI Nel corso dell’evento sarà attiva una speciale raccolta fondi per rispondere con soluzioni concrete ai bisogni del territorio. Potrai sostenere il Fondo Vite da Vivere della Fondazione Well Fare di Pordenone, che si rivolge interamente alle persone con disabilità e alle loro famiglie. Primo obiettivo di Vite da Vivere è aiutare a mettere su casa: una casa all’anno da rendere disponibile per le persone con disabilità in uscita dai percorsi formativi. Oggi nel territorio le case di vita indipendente sono 16, in cui vivono a piccoli gruppi 32 persone con disabilità. (Testo dell'ufficio stampa della Cooperativa Sociale Onlus Itaca-Fabio Della Pietra)
Pranzi e cene di fine anno senza rinunce e senza stress con i consigli della naturopata Michela Caldart.
Giornalista e scrittrice orgogliosamente lucana, vive da molti anni a Bologna, ama viaggiare, leggere e scrivere a mano. Isa Grassano torna in libreria con un romanzo di formazione sui legami familiari. "Come un fiore sul quaderno" (Giraldi Editore) è la storia di due sorelle, Speranza e Rosa (mitologica e misteriosa), ed esplora la faticosa complessità della pre-adolescenza e la sfida per diventare grandi, tra Basilicata, Riviera Romagnola e Lugano in Svizzera.
50 studenti, 3 barche, 2 competizioni e un vero grande obiettivo: continuare a crescere. Ospiti a Calle degli orti grandi: Federico Della Santa, Mattia Molinaro e Edoardo Papetti alcuni degli studenti dell’Audace Sailing Team dell’Università di Trieste. Un gruppo di ragazzi provenienti da vari rami universitari che gestiscono l’intero processo che sta dietro alla creazione di un prototipo da regata. Dalla progettazione alla costruzione, fino alla messa in acqua, agli allenamenti e alle regate; tutto questo, insieme ad una organizzazione logistica, di marketing e comunicazione che si ispira a quella dei team sportivi di più alto livello. La loro caratteristica? Sostituire la vetroresina con la fibra di lino e creare barche competitive ed ecosostenibili.
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