La valenza educativa dello sport quale strumento di confronto con se stessi e con gli altri, come attività socializzante e come espressione di passione. Le emozioni, i boati degli spettatori, una serie di racconti, di ricordi, di eventi vissuti in prima persona. Il ruolo pedagogico dell'allenatore. Il cercare sistematicamente alibi esterni per giustificare i propri insuccessi. La tendenza tutta italiana dei commentatori sportivi contemporanei di prevaricare le immagini diventando essi stessi elemento fondamentale dell'evento. Le cultura generale quale elemento imprescindibile e fattore di successo per i giornalisti sportivi. Questi i punti principali toccati da Sergio Tavčar nel secondo appuntamento di giornalismo sportivo organizzato presso il liceo Carli di Capodistria.
Intervistato da tre studentesse, il giornalista di Tele Capodistria ha anche condiviso una serie di aneddoti ed esperienze personali risalenti a epoche nelle quali il telefono funzionava a manovella, la televisione era sperimentale e gli inconvenienti tecnici erano la regola.
Ma gli studenti di oggi riescono a immaginare uno scenario del genere? "Secondo me no - pisponde una delle intervistatrici, Anna Klarica - noi che siamo nati in questa epoca...no".