Capita a volte agli studiosi di discipline umanistiche che una ricerca legata a un motivo contingente, un convegno per esempio, dischiuda inaspettatamente un mondo, un filone interessante ma poco indagato, che sollecita un impegno ben piu' lungo - e però ricco di soddisfazioni - di quello inizialmente previsto. È quel che è accaduto a Martina Damiani e Fabrizio Fioretti, giovani e brillanti ricercatori dell'Università di Pola che stanno studiando i contenuti letterari nella stampa istriana nel periodo asburgico. Il campo di indagine è talmente ampio che Damani e Fioretti prevedono di pubblicare sull'argomento non meno di cinque volumi. Mentre è imminente l'uscita del secondo, a Capodistria si è parlato del primo, in cui i due autori prendono in esame i periodici istriani sorti dal 1846, data dell'inizio delle pubblicazioni dell'"Istria" di Pietro Kandler (che però usciva a Trieste) fino al 1885, anno in cui esce a Rovigno "La Scolta". Delle venti testate censite, sedici presentano contenuti letterari. È
una produzione fatta di recensioni, saggi critici, romanzi d'appendice, racconti, poesie, dalla quale emergono i fecondi rapporti tra l'Istria del tempo e la cultura nazionale e la funzione patriottica affidata alla letteratura, in appoggio alle tesi e alle lotte risorgimentali e successivamente dell'irredentismo. Come ci spiega Fabrizio Fioretti, vengono pubblicati e pubblicizzati Carducci, Fogazzaro, De Amicis, insomma la letteratura italiana più attuale e legata alla questione nazionale dell'Istria di allora.
Fra le pagine ingiallite dei periodici studiati da Fioretti e Damiani è spuntata anche qualche firma di grande prestigio, come quella dello scrittore Giovanni Verga, che ebbe una collaborazione la "La Penna" di Rovigno, la rivista istriana ottocentesca con più contributi letterari, fondata nel 1886 e punto di incontro fra i letterati italiane delle due sponde dell'Adriatico: ne sapremo di più quando uscirà il secondo volume curato dai due autori.