La scorsa settimana il presidente dell’Unione Italiana, Maurizio Tremul aveva lanciato un criptico appello all’unitarietà in cui si parlava di un tentativo in corso di frantumare la minoranza tra Slovenia e Croazia. Da noi interpellato Tremul non ha voluto fornire ulteriori dettagli. Sta di fatto che giovedì scorso si è svolta una riunione per corrispondenza della Comunità autogestita costiera, con un solo punto all’ordine del giorno: la lettera da inviare al sottosegretario agli esteri Benedetto Dalla Vedova in cui si chiedeva un posto nel Comitato di coordinamento per le attività della comunità nazionale in Slovenia e Croazia, istituito dal Ministero degli affari esteri. Ora la minoranza per quanto riguarda i suoi rapporti con l’Italia è rappresentata dall’Unione Italiana. La questione dell’unitarietà era stata decisa nel 1990, prima della dissoluzione dell’ex Jugoslavia.
Al momento nulla si sa sull’esito del voto, quello che è certo, però, è che c’è stato un duro confronto a distanza all’interno della Comunità autogestita costiera. Da una parte il presidente Alberto Scheriani, che avrebbe voluto ottenere la luce verde, dall’altra il vicepresidente Marko Gregorič che invece si sarebbe adoperato per bloccare la lettera. Secondo i calcoli dei detrattori del provvedimento i nove voti necessari non sarebbero stati raggiunti. I sì sarebbero arrivati da Capodistria e Ancarano, mentre i rappresentanti delle comunità autogestite di Pirano ed Isola si sarebbero divisi tra astenuti, contrari e favorevoli.
Tra i mancati sostenitori della richiesta, da una parte coloro che non ne vogliono proprio sapere di rinunciare all’unitarietà della minoranza ed alla sua rappresentanza unica attraverso l’Unione Italiana; ma ancor di più, dall'altra, quelli che dicono che una simile decisione non può essere dibattuto in una riunione per corrispondenza e senza coinvolgere le comunità autogestite comunali che nella Comunità autogestita costiera “delegano” i loro rappresentanti. Su posizioni diverse c’è invece chi sostiene che “l’adesione al Comitato non può che rafforzare l’unitarietà della Comunità Nazionale Italiana in Slovenia e Croazia anche in considerazione del ruolo imprescindibile che la CAN Costiera svolge per il mantenimento, lo sviluppo e la tutela degli interessi della CNI in Slovenia”.
I soliti bene informati, comunque, dicono di una simile richiesta sta già girando da mesi per gli uffici romani ed in quelli della Regione Friuli – Venezia Giulia. Da più parti, intanto, giungono conferme che Scheriani, e soprattutto il deputato Felice Žiža, agli occhi di Roma e Trieste, sono, oramai, interlocutori privilegiati quando si tratta di sentire il parere della minoranza italiana in Slovenia.
Stefano Lusa