Le redazioni di Radio Capodistria esprimono preoccupazione e paura per l’ipotesi, trapelata in questi giorni, di togliere alla nostra emittente la frequenza 103.1 MHz, situata sul monte Nanos.
Alcune iniziative prese negli ultimi giorni da parte della dirigenza della Radio televisione slovena, nel contesto del contenzioso italo-sloveno sulla regolamentazione delle radiofrequenze lungo il confine, ci stanno mettendo difronte all’ intenzione di togliere radio Capodistria da uno dei suoi vettori più importanti di trasmissione, da una frequenza che ci permette di esser presenti su gran parte del territorio del Friuli - Venezia Giulia e in Istria.
Ora, senza entrare nel merito del contenzioso italo-sloveno sulle frequenze radiofoniche confinarie, una situazione che sta causando difficoltà da una e dall’ altra parte del confine, e auspicando che la materia venga regolata nel rispetto delle leggi e delle soggettività radiofoniche dei due paesi, non possiamo che esprimere perplessità e amarezza per la facilità con cui si sarebbe disposti a sacrificare la voce di una minoranza con una palese violazione dei suoi diritti fondamentali, in un contenzioso che le è estraneo.
Togliere a Radio Capodistria la sua frequenza radio più importante equivale, in pratica, al suo spegnimento nel contesto transfrontaliero, al suo oscuramente, al suo allontanamento dalla Nazione Madre e dai suoi numerosi ascoltatori, come emerso da tutti i sondaggi che abbiamo fatto negli ultimi anni.
In un anno, il 2020, in cui i rapporti italo-sloveni segnano un ulteriore passo avanti nella qualità del dialogo, soprattutto in materia di minoranze (in luglio è previsto un incontro tra i Capi di Stato di Italia e Slovenia che sancirà il ritorno del Narodni Dom di Trieste alla minoranza slovena), togliere la più importante frequenza alla nostra emittente, che l’ altr’anno ha celebrato i 70 anni di attività, equivale ad un atto di censura e di ghettizzazione.
Le redazioni di Radio Capodistria